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Napoli, il risultato non è mai un dettaglio: i tiri non bastano, la critica è il minimo sindacale

GENOA, ITALY FEBRUARY 6: Goran Pandev of Genoa CFC celebrates with teammates after second scoring during the Serie A match between Genoa CFC and SSC Napoli- Serie A at Stadio Luigi Ferraris on February 6, 2021 in Genoa, Italy. (Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

Tanti tiri e tante assenze, il Napoli di Genova ha i suoi alibi, ma che ci sia qualcosa che non va è sotto gli occhi di tutti...

Redazione DDD

Massimiliano Gallo non fa sconti a Gattuso sul sito "Il Napolista": "Genoa-Napoli 2-1. Il Napoli avrebbe meritato di più. È vero. Ma i gol da polli presi nel primo tempo hanno fatto la differenza. E non è bastato dominare il match, prendere due legni, divorarsi un gol nel finale con Elmas. Il Napoli ha tirato 24 volte, il Genoa 4. E nel finale c’è anche un rigore dubbio su Mario Rui. Ma il risultato è chiaro. E resta l’ennesima sconfitta della gestione di Gattuso, ormai abbiamo perso il conto. Il risultato non è un dettaglio. Lo sappiamo che oggi per molti cultori del pallone, fermarsi al risultato è da mediocri. È tipico di chi non ha una visione completa del gioco del calcio. Ovvero di noi miseri napolisti. Alla fine, però, è il risultato che fa la differenza. Abbiamo perso contro una squadra decisamente più debole più di noi, nonostante le assenze. Resta un dato di fatto: il Napoli di Gattuso è stato sconfitto anche dal Genoa di Ballardini. All’eccezionale copertura mediatica di cui gode il tecnico, non corrispondono altrettanti risultati. C’è una enorme disparità da quel che dicono i media di Gattuso rispetto a quel che dicono i campi di calcio".

(Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

(Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

"Il Napoli ha anche giocato bene, diciamo benino. Sia nel primo sia nel secondo tempo. Almeno dalla cintola in su. Perché una squadra professionistica non può mai subire due gol del genere. È bastato Badelj per far comprendere quanto sia sopravvalutato il pur generoso Demme. Il Napoli, sull’1-0, ha colpito una traversa con Petagna (sì, ha giocato lui centravanti. Milik era l’infame, ricordiamolo) e ha tirato più volte in porta con Mario Rui che, pur essendo dotato di un discreto sinistro, ha mostrato doti più da realizzatore di rugby che da terzino sinistro. Ma, al di là del campo, c’è un aspetto che ci preme sottolineare. Da circa due mesi Gattuso si lamenta a ogni pie’ sospinto di chissà quale trattamento mediatico è costretto a sopportare. Gattuso è tra gli allenatori mediaticamente più benvoluti della storia del calcio. Uno dopo l’altra, le presunte grandi firme del giornalismo sportivo nazionale si sono cimentati in peana – in gergo giornalistico sono definiti in modo più volgare – del tecnico calabrese. Ecco, noi sommessamente vorremmo fare una proposta a siffatti autorevoli colleghi: perché non spiegano al loro amico che nessuno lo ha mai insultato ma che la critica professionale è il minimo sindacale? Poi, per carità, possiamo continuare con le cronache lunari – che abbondano da quando Gattuso è in panchina – ma i fatti sono lì a ricordarci che c’è qualcosina che non va".

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