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PSG-REAL 1-0

Psg, escluso Mbappé: il migliore è stato Verratti

Psg, escluso Mbappé: il migliore è stato Verratti - immagine 1

Continuità, completezza, efficacia...

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

I tenori a Parigi, l’orchestra a Lisbona. Riecco a voi la Champions, quella che non perdona. Ottavi di finale, andata. Comincio dal Parco. I fuoriclasse hanno bisogno di un pallone. Magari non segneranno subito, soprattutto se di fronte troveranno un ragno gigante come Courtois, ma prima o poi, tranquilli. Era il 94’: Kylian Mbappé si è bevuto Militao e Lucas Vazquez e, di destro, l’ha messa dove non poteva arrivare nessuno, nemmeno il destino. E così, Paris uno Real zero. Stretto, molto stretto. I fuoriclasse hanno bisogno di un pallone anche quando, come Leo Messi, sbagliano un rigore: Courtois, ancora. Capitò a Zico con la Francia, a Platini con il Brasile, a Maradona con la Jugoslavia. Succede. Il problema è un altro: l’età. A giugno saranno 35. E gli anni non passano, si sommano. La Pulce resta un genio un po’ stanco, a tratti prevedibile, ma sempre capace dell’attimo. Per questo, ogni volta che sbuca dallo schermo, sono felice.

Psg, escluso Mbappé: il migliore è stato Verratti- immagine 2

(Photo by Shaun Botterill/Getty Images)

Mbappé mi ricorda Ronaldo il fenomeno, più che Cristiano. Sposta la palla in avanti alla velocità della luce: dopodiché o fallo (Carvajal) o lampo. Giocherà nel Real. Intanto, probabilmente, lo eliminerà. Per la cronaca e per la storia: il passaggio, di tacco, l’aveva ricevuto da Neymar, lusso di panchinaro. Farei un torto alla scuola di Coverciano, ma anche a me sé stesso, se non citassi Verratti: per continuità e vastità, il migliore di tutti escluso «lui». Centrocampista completo ed efficace, sempre nel cuore della manovra: mai da turista. E il Real? Zero tiri nello specchio. Non penso che Carletto volesse rifugiarsi nel catenaccio. L’hanno costretto. O comunque, l’ha fatto. Benzema isolato, Vinicius zolle di fumo, Modric e Kroos calati alla distanza, grossolani errori in uscita, Donnarumma senza voto. E al Bernabeu mancheranno sia Mendy sia Casemiro. Il secondo, in particolare.

Se, con tutto il rispetto, di Pochettino mi è difficile cogliere la «mano», nascosta com’è da una montagna di guanti, a Lisbona il City del Pep ha suonato e cantato fino a rintronare lo Sporting. Reti di Mahrez, Bernardo Silva, Foden, ancora Bernardo, Sterling. Sempre all’attacco. Come se, al ristorante, di ogni porzione lo chef (Guardiola) ci portasse il doppio di quello che abbiamo ordinato, abituati sin da piccoli alla frugalità di certe mense (da venti euro?). D’accordo, lo Sporting era e rimane un «intruso». Però, alla fine: caffé, amaro e zero a cinque.

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