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editoriali

Quando il Toro vinse il derby 4-1 e Ormezzano pianse in ricordo del suo papà

Giampaolo Ormezzano ha affidato al Corriere di Torino i suoi ricordi più forti legati al derby della Mole

Redazione DDD

"di Giampaolo Ormezzano -

"Dal Corriere di Torino: "Selezionando, scremando, sfuocando, sfumando, comunque ramazzando via tanta roba, mi restano in testa soltanto quattro derby, davvero. Per il resto mi sembrano abbastanza eguali fra di essi, specie quando a vincerli in qualche modo è quasi sempre la stessa squadra. Il primo (cronologicamente) dei quattro è del 26 ottobre 1947, io avevo da poco compiuto i dodici anni. Finì 1 a 1, ospitava il Toro ma non si giocava al Fila, il Comunale era scelto per la maggiore capienza e le due squadre si dividevano l’incasso all’andata come al ritorno. Ricordo una rissa pazzesca, mai ne vidi altre simili, venti giocatori a picchiarsi e due a guardare, il granata Grezar e il bianconero (slovacco) Kincses. Del secondo derby dico più avanti, il terzo è quello del 22 ottobre 1967 a una settimana dalla morte di Meroni, 4 a 0 per il Toro, tre gol Combin uno Carelli che aveva il 7 di Gigi. Il quarto è quello del 3 a 2 granata in 220 secondi di rimonta dallo 0 a 2 di Platini e Rossi, reti di Bonesso Dossena Torrisi: era il 27 marzo 1983.

"Il secondo derby della memoria è mio in maniera speciale, è il mio senza discussioni. Era il 17 marzo 1957. Il Torino vinse facile 4 a 1, io facevo il giornalistuculo da quasi quattro anni a Tuttosport. Ero allo stadio in curva, da tifoso. Vivevo da quasi un mese avvolto dalla compassione altrui: il 23 febbraio era morto mio papà, infarto. Non avevo ancora 22 anni, ero appena maggiorenne per la legge di allora. Negli ultimi tempi papà aveva finito per accettarmi quale futuro giornalista, lui che mi voleva ingegnere. Dovevo a lui l’essere del Toro, che dal 24 febbraio per me orfano vinse in casa su Triestina e Roma, sempre 1 a 0, vinse a Vicenza per 2 a 1. Arrivò il derby, il mio primo senza papà, e avevo un po’ voglia di schivarlo, per slittare verso l’imparzialità giornalistica, professionale. Nel Toro giocavano dinosauri a fine carriera: Armano alessandrino ex Inter, Jeppson svedese ex Atalanta e Napoli, Ricagni argentino con pancia ex Juve e Milan. E in bianconero giocava Nay che per cinque anni era stato nostro stopper tipo trincea. Quel Torino sfuocato e quel derby fra squadre tagliate fuori dalla lotta-scudetto mi si presentavano comodi per cominciare a studiare da giornalista imparziale. E non c’era più mio padre a condannare un’eventuale devianza. Ma quelli lì mi regalarono un 4 a 1: Armano e Jeppson, poi Tacchi (argentino senza sangue blu) e ancora Jeppson, all’88’ il rigore di Montico per il 4 a 1 della Juve umiliata. Una Juve che davanti schierava Hamrin svedese destinato poi a Padova, Fiorentina, Milan e Napoli, una carrierona, schierava Boniperti iperbianconero e Antoniotti ex Toro , poco fisico e tecnica immensa (lui e Boniperti, in coro, anni dopo mi dissero che Hamrin non era un campione, nonostante quello che aveva poi combinato in altre squadre, era solo un fortunatone fisso al quale la palla tornava sempre fra i piedi per rimpalli casuali).

"Avevo già il tesserino per andare in tribuna stampa, ma vidi quel derby dalla curva: ultima Maratona idealmente ancora con papà prima di svezzarmi dal troppo tifo, mi ero detto. Alla fine del match i tifosi granata intorno a me non capivano perché piangevo a dirotto dopo una vittoria così facile e bella.

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