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IL GIOCATORE DELL'EQUILIBRIO

Ricorsi storici e gioventù: quando Saelemaekers diventa un giocatore emblematico

LIVERPOOL, ENGLAND - SEPTEMBER 15: Alexis Saelemaekers of AC Milan is challenged by Andrew Robertson of Liverpool during the UEFA Champions League group B match between Liverpool FC and AC Milan at Anfield on September 15, 2021 in Liverpool, England. (Photo by Shaun Botterill/Getty Images)

Alexis Saelemaekers, un giocatore moderno

Redazione DDD

di Max Bambara -

L’ultima volta che il Milan aveva battuto il Venezia a San Siro era l’inizio di novembre del 1999. Fu un rotondo 3-0, con reti di Bierhoff, Weah e del carneade Orlandini, che segnò sugli sviluppi di un rigore parato dal difensore Fabio Bilica (finito in porta perché i lagunari avevano terminato i cambi) a Shevchenko. Dal punto di vista meramente statistico fu il primo rigore sbagliato in Italia dall’attaccante ucraino. Sono passati praticamente 22 anni da quel giorno, più di quattro lustri. All’epoca il Milan si stava avviando verso un rinnovamento importante, perché era campione d’Italia in carica, ma aveva una delle rose più anziane del campionato. In quel Milan, da lì poco, avrebbero smesso di giocare Oliver Bierhoff, Zvone Boban, Leonardo, George Weah, Demetrio Albertini e Sebastiano Rossi. Curiosamente, il Milan è tornato a battere il Venezia a San Siro con l’undici titolare più giovane schierato da una squadra in una partita dell’attuale Serie A. Ciò è avvenuto in un contesto particolare, nel quale il Milan ha avviato da due anni un percorso di calcio sostenibile, imperniato sui giovani che lo ha portato ad essere nella scorsa stagione la squadra più giovane del campionato italiano, nonché una delle più giovani in Europa. In quel novembre del 1999, Tonali, Kalulu e Pellegri non erano ancora nati, mentre Gabbia, Leao, Saelemaekers e Diaz erano bimbi in fasce. Il percorso del Milan, da quasi due anni a questa parte, è estremamente cristallino, netto e chiaro. Da un po’ di tempo, finalmente, stanno anche iniziando le celebrazioni di tanti giocatori della rosa rossonera che, fino a poco tempo fa, venivano visti con una puntina sin troppo accesa di pregiudizio e con quella patina dorata, figlia della cultura italica, per la quale se non hai già vinto ad alti livelli non sei un giocatore da grande squadra. Tradotto: nel nostro paese, in cui i vecchi hanno una pensione che viene pagata dai giovani coi loro contributi, vieni giudicato per il curriculum e non sulla base di ciò che vali, del potenziale che hai, dei margini di crescita che madre natura ti ha dato e che spetta al tuo carattere tirar fuori. Un esempio emerge su tutti. Parliamo di Alexis Saelemaekers.

 (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Vi ricordate che cosa si diceva in estate? Il Milan poteva migliorare nel ruolo di esterno destro d’attacco e doveva per forza acquistare un nome importante. Circolava insistentemente il profilo di Hakim Ziyech: se fosse arrivato, nonostante una carriera controversa fatta di tanti alti e bassi, quel nome avrebbe riempito occhi e cuore dei tifosi. Magari sarà anche giusto per carità, ma a troppi è sfuggita l’importanza di Saelemaekers per il Milan di Stefano Pioli. Ci sono giocatori della cui imprescindibilità ci si accorge quando vengono a mancare. Saelemaekers è esattamente uno di questi. L'intensità, il ritmo e la capacità di attaccare gli spazi che possiede sono qualità che danno alla fascia destra rossonera una dimensione di alto livello. Perché il belga è un giocatore moderno. Sa fare tutto con ottima riuscita, è uno studente modello a cui manca soltanto la tesi di laurea per accedere al dottorato. La sua tesi non verrà scritta, ma andrà verificata sul campo non appena correggerà il suo unico tallone d’Achille, ossia segnare troppo poco. Nella scorsa stagione soltanto 2 reti in tutto il campionato. Poche, troppo poche. Pensate cosa potrebbe accadere se Saelemaekers diventasse un giocatore da doppia cifra (o da numeri vicini alla stessa). Parliamo di un ragazzo che è assolutamente indispensabile per gli equilibri del Milan, perché sa essere un giocatore offensivo senza mai rinunciare ad una corsa all’indietro, ad un raddoppio di marcatura per il compagno, ad un tentativo di recuperare una palla ormai considerata perduta. In più il ragazzo ha piedi molto ben educati e vede il gioco con facilità disarmante. Riguardare il gol di Theo Hernandez nella serata di mercoledì può essere un esercizio molto utile. Aveva due scarichi semplicissimi: uno per Rafael Leao e l’altro per il giovane Pellegri. Ed invece Alexis ha visto una linea di passaggio sconosciuta ai giocatori normali, visibile in presa diretta soltanto a chi non rinuncia alla genialità, perché di essa si nutre. L’assist per Theo vale da solo il prezzo del biglietto. Questo ragazzo sta ormai diventando una certezza irrinunciabile di questo Milan. Ed è l’esempio della politica sana e sostenibile intrapresa dal club rossonero. Preso a 7 milioni nemmeno due anni fa, adesso ne va circa 20, ossia tre volte tanto. Un piccolo capolavoro, uno dei tanti, fatto dal Milan, uno di quel capolavori accompagnato dal silenzio della serietà, della competenza e della conoscenza.

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