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QUEI RIGORI E QUEI PALI...

Rigori a favore e pali colpiti: le due facce della stessa medaglia, la propensione offensiva rossonera

MILAN, ITALY - OCTOBER 17:  Samir Handanovic of FC Internazionale  saves a penalty-kick of Zlatan Ibrahimovic of AC Milan during the Serie A match between FC Internazionale and AC Milan at Stadio Giuseppe Meazza on October 17, 2020 in Milan, Italy.  (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)

I dati su rigori assegnati e legni colpiti dicono che il Milan è la squadra più europea della Serie A

Redazione DDD

di Max Bambara -

Paolo Bonolis, appena qualche giorno fa, ha dichiarato con una punta inevitabile di sorriso che chiunque sarebbe primo in classifica con 14 rigori a favore in campionato. I numeri dello scorso campionato tuttavia smentiscono la tesi parossistica del bravo presentatore televisivo. Nella scorsa stagione, infatti, le squadre che hanno avuto più rigori sono state la Lazio (18), il Genoa (16) e il Lecce (15). La Lazio è arrivata quarta, andando in Champions League, il Genoa si è salvato con non poche difficoltà all’ultima giornata, mentre il Lecce è retrocesso in Serie B. La polemica sui rigori continua a rimanere fine a sé stessa ma, nel contempo, prosegue ad essere cavalcata ad arte da tutti coloro che, per mille motivi, non hanno particolare piacere nel vedere il Milan veleggiare al primo posto in classifica. La montagna, da tanto tempo, ha partorito un topolino minuscolo in quanto dei 14 rigori dati al Milan, soltanto uno non andava assegnato (quello di Calhanoglu contro la Roma, successivo comunque ad un rigore inesistente fischiato a favore dei giallorossi con Bennacer che non fa fallo, ma lo subisce).

Il rigore di Kessie a Genova  (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Più semplice rifugiarsi in polemiche vacue e prive di fondamento piuttosto che provare a capire la ragione vera per la quale il Milan è la squadra con più rigori assegnati in Serie A e, di concerto, è anche la squadra con più legni colpiti. In quest’ultimo anno infatti, il Milan di Stefano Pioli non è diventato soltanto una squadra molto forte, con una identità tecnica marcata e con un livello di personalità, nei suoi interpreti, che è andato in crescendo di settimana in settimana. C’è di più: il Milan oggi è la squadra di Serie A che presidia meglio la metàcampo opposta e contro la quale gli avversari raramente riescono a trovare delle contromisure in quanto non attacca soltanto in un modo, ma con una varietà di schemi offensivi che nessun’altra formazione riesce ad avere. Se rimaniamo a questa stagione, in 31 partite giocate fra campionato, Coppa Italia, Europa League e preliminari di Europa League, soltanto due volte la squadra rossonera non è riuscita ad esprimersi, venendo surclassata nel gioco dagli avversari. In tutte e due le occasioni, il Milan ha perso nettamente (0-3); a novembre contro il Lille e a gennaio contro l’Atalanta. Entrambe queste squadre hanno costruito la partita sulla forza di andare ad aggredire alto il Milan e sulla capacità di sfruttarne i limiti in fase di uscita. Sia contro la squadra francese e sia contro la squadra allenata da Gianpiero Gasperini tuttavia, il Milan aveva dovuto fare a meno sia di Isamel Bennacer e sia di Hakan Calhanoglu, ossia le due principali fonti tecniche di gioco e di giocata dell’undici rossonero.

Se usciamo da questi due episodi, il Milan ha sempre sopravanzato dal punto di vista del gioco i suoi avversari. Ciò è stato possibile grazie alla varietà di strategie che Stefano Pioli è riuscito ad implementare nella sua squadra. Il Milan sa uscire con il possesso da dietro, sa alzare la palla quando il pressing avversario suggerisce di andare subito a cercare le punte, sa fraseggiare nello stretto e sa cambiare lato offensivo con grande facilità. In più la squadra rossonera ha tantissimi giocatori abili nell’uno contro uno, capaci di alzare in un istante i ritmi di gara con le loro accelerazioni e bravi con i loro giri del motore a costringere gli avversari ad abbassarsi. Nessuna squadra di Serie A ha, nel suo undici titolare, quattro giocatori capaci di puntare l’uomo e strappare in corsa. Il Milan in questo è un’isola felice perché ha Theo Hernandez, ha Bennacer, ha Rebic e ha Saelemekers. In più la squadra di Stefano Pioli ha in panchina gente come Rafael Leao (il vero 12esimo uomo del Milan che a stento si può considerare una riserva), Hauge e Brahim Diaz che, a gara in corso, possono determinare molto in termini di rapidità e spunti nel breve. Se il Milan è primo, oltre che in classifica, anche nelle statistiche sui rigori assegnati e sui legni colpiti, non è pertanto una casualità oppure il segnale che “il palazzo” ha deciso di favorire il club rossonero. Tutti questi aspetti semmai evidenziano come il team allenato da Pioli sia diventato una squadra con una propensione offensiva molto marcata e come stia sviluppando un’idea di gioco esteticamente piacevole, europea e moderna.

 

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