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VACCINATI A TUTTO, MA A QUESTO...

Staffetta d’oro, i nostri ragazzi cittadini del mondo

TOKYO, JAPAN - AUGUST 07: Gold medal winners Lorenzo Patta, Lamont Marcell Jacobs, Eseosa Desalu, and Filippo Tortu of Team Italy stand on the podium during the medal ceremony for the Men's 4 x 100m Relay on day fifteen of the Tokyo 2020 Olympic Games at Olympic Stadium on August 07, 2021 in Tokyo, Japan. (Photo by Christian Petersen/Getty Images)

A Londra dopo la guerra, a Tokyo dopo il Covid

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Vaccinato a tutto, sì, ma non a questo, non a «questi». Dopo l’alto di Tamberi e i 100 di Jacobs, la marcia di (famolo) Stano e della Palmisano, fuochi di Puglia, persino la 4x100. Noi, le cui squadre dal basket (con molto onore) al volley (con poco) erano cadute. Salvati dal quartetto del ciclismo di Ganna and friends e dalla staffetta veloce. Lorenzo Patta, sardo dell’Oristano che brucia. Lo Jacobs di cui sempre (da domenica 1° agosto), nato nel Texas e battezzato, come ha scritto Giancarlo Dotto, nelle acque del Garda. Eseosa Fostine Desalu detto Fausto, di Casalmaggiore, provincia di Cremona, e sangue di Nigeria. Filippo Tortu, lombardo di origini sarde (che, dicono, sarebbe un duecentista eccezionale). La storia sono loro, sono d’oro: 37"50 davanti a Gran Bretagna e Canada. Un’altra giornata mitica e mistica, e alzi la mano colui che, fra noi testimoni, non avrebbe voluto essere «il» testimone, quel candelotto lì, per raccontare più da vicino e più dal di dentro i passaggi dalla cronaca alla storia e dalla storia alla leggenda (per i nostri canoni, almeno), con la volata e la rimonta di Tortu nell’ultima, spasmodica, frazione. Noi, testimoni di un testimone.

 (Photo by Cameron Spencer/Getty Images)

Era dai Giochi del ‘48, a Londra, che la nostra 4x100 non saliva sul podio (bronzo): Michele Tito, Enrico Perucconi, Carlo Monti, papà di Fabio, Antonio Siddi. Si veniva da una guerra: e che guerra. Anche questa volta si veniva da una guerra: al Covid, più subdola e non meno mondiale dell’altra. Anzi. E così, dall’Europa del calcio alla Tokyo dell’atletica e non solo (ma dell’atletica, soprattutto) l’eresia del sogno e il sogno dell’eresia continuano. Può essere che la pandemia, decolonizzando il sudore, abbia cementato l’orgoglio nazionale. Di sicuro, suicidandosi nei cambi, gli Usa e getta ci avevano dato una mano. Ma tutti potevano essere lì, dove c’erano, invece, i nostri ragazzi. Cittadini del mondo.

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