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LA SOGLIA CHAMPIONS DEI 70 GOL

Svolta Milan: da 9 anni i rossoneri non segnavano più di 70 gol

TURIN, ITALY - MAY 12: Ante Rebic of A.C. Milan battles for possession with Wilfried Singo of Torino FC during the Serie A match between Torino FC  and AC Milan at Stadio Olimpico di Torino on May 12, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Una vena offensiva finalmente ritrovata dal Milan, aspetto che viene testimoniato dai numeri. Coi 7 gol realizzati al Toro il Milan ha segnato 72 reti in campionato. Non accadeva da 9 anni che il Milan superasse quota 70 gol in Serie A.

Redazione DDD

di Max Bambara -

La partita vinta mercoledì sera assume una portata storica per i colori rossoneri. In primis perché il Milan, dopo 29 anni, ritorna a fare 7 reti in trasferta. L’ultima volta accadde al Franchi contro la Fiorentina nel lontano 1992: era il Milan degli Invincibili che veniva trascinato dagli olandesi (all’ultima stagione insieme), sapientemente guidato in panchina da Fabio Capello. C’è tuttavia anche un ulteriore aspetto, meno epocale nella sua dimensione cronistica, ma profondamente detonante in ordine al rendimento offensivo della squadra milanista: il Milan infatti, con le 7 reti realizzate sul campo del Torino, ha superato la quota dei 70 gol fatti in campionato, attestandosi al momento a quota 72 (parziale a due giornate dalla fine). Non è un dato da considerare in maniera sbrigativa, bensì si tratta di una evidenza numerica che va pesata sulla bilancia dell’ultimo decennio rossonero, in cui l’atarassia offensiva è stato uno dei problemi principali delle varie stagioni milaniste, se non addirittura il vero e proprio tallone d’Achille del Milan. Se limitiamo l’analisi agli ultimi 10 campionati di Serie A, risulta evidente come il Milan non superasse quota 70 reti da nove stagioni. Bisogna andare indietro all’annata 2011-2012, per trovare l’attacco rossonero capace di realizzare 74 gol stagionali. Ad ora questo è il dato offensivo migliore dell’ultimo decennio, ma la squadra di Pioli ha ancora due partite a disposizione per superarlo.

 (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Addirittura bisogna sottolineare come, nelle ultime 10 stagioni (dall’annata 2011-2012 all’annata 2020-2021), il Milan sia rimasto per ben 6 volte sotto quota 60 reti in campionato. Si tratta di ben sei stagioni consecutive, in cui il Milan ha avuto le polveri offensive bagnate e, non a caso, l’obiettivo Champions League non è stato mai raggiunto dalle squadre dell’epoca. Ciò si è verificato nella stagione 2013-2014 (allenatore Massimiliano Allegri e da gennaio Clarence Seedorf) in cui i gol rossoneri sono stati in totale 57, nella stagione 2014-2015 (allenatore Filippo Inzaghi) in cui i gol totali sono stati 56 e nella stagione 2015-2016 (allenatore Sinisa Mihajolovic e da aprile Cristian Brocchi) in cui i gol totali sono stati 49. Il trend non si è invertito negli anni seguenti, ossia nella stagione 2016-2017 (allenatore Vincenzo Montella) in cui i gol rossoneri sono stati in totale 57, nella stagione 2017-2018 (allenatore Vincenzo Montella e da dicembre Rino Gattuso) in cui i gol totali sono stati 56 e nella stagione 2018-2019 (allenatore Rino Gattuso) in cui i gol totali sono stati 55. La prima stagione di parziale rottura, in controtendenza rispetto al passato, è stata la scorsa annata 2019-2020 (allenatore Marco Giampaolo e da ottobre Stefano Pioli), in cui il Milan ha superato i 60 nei gol realizzati in campionato (63 in totale), avvicinandosi a quota 67, che è il terzo miglior dato dell’ultimo decennio, raggiunto nella stagione 2012-2013 con Massimiliano Allegri allenatore.

In sostanza, stando ai numeri, il Milan ha ottenuto la qualificazione alla Champions League nell’ultimo decennio soltanto quando ha segnato molto (superando o sfiorando quota 70 reti). Viceversa negli anni in cui non ha raggiunto nemmeno quota 60 reti, è stato sempre molto lontano dalle posizioni di vertice, fatta eccezione per l’annata 2018-2019. Il dato attuale dei 72 gol realizzati sinora in campionato dal Milan rappresenta pertanto un valore prezioso per la squadra allenata da Stefano Pioli; indica una tendenza in costante ed una progressiva crescita; dà inoltre l’esatta dimensione del percorso compiuto dalla squadra rossonera nell’ultimo anno e mezzo di lavoro. In questo arco temporale il Milan ha giocato 55 partite di campionato, realizzando rispettivamente 41, 43 e, al momento, 32 punti complessivi (con due partite ancora da giocare) nei tre gironi disputati. La media è di oltre due punti a gara (2,10 per la precisione), una media punti ottimale per centrare l’obiettivo stagionale della qualificazione alla massima competizione europea. Un altro dato alquanto emblematico è quello dei giocatori in doppia cifra: il Milan quest’anno chiuderà il campionato con 3 giocatori che hanno già superato quota 10 gol. Si tratta di Ibrahimovic con 15 reti, di Frank Kessie con 11 reti quasi tutte dal dischetto del rigore e di Ante Rebic con 11 segnature. Se ad essi aggiungiamo anche il contributo prezioso e fattivo del francese Theo Hernandez (ad oggi fermo a quota 7 gol), possiamo evidenziare come l’intera struttura offensiva del Milan si basi su un asse portante costituito da una punta centrale, un attaccante esterno, un centrocampista ed un terzino fluidificante.

Non si verificava una varietà realizzativa simile dalla stagione 2012-2013. All’epoca ci furono Mario Balotelli con 12 reti, Gianpaolo Pazzini con 15 reti e Stephan El Shaarawy con 16 reti a tenere in alto il bottino di gol rossoneri. Non è casuale che si tratti dell’ultima stagione sportiva in cui il Milan è riuscito a qualificarsi alla Champions League. Oggi mancano 4 punti per la qualificazione matematica alla CL; se non accadono scossoni particolari dovrebbero bastarne 3 domenica sera nella gara interna che il Milan giocherà contro il Cagliari. Il Milan è vicino al risultato perché nell’ultimo anno e mezzo è riuscito a darsi un profilo tecnico maggiormente credibile ed una dimensione offensiva conseguentemente più sostenibile. Nel calcio attuale, rispetto al decennio scorso, si segna molto di più perché lo stile di gioco che viene praticato è più offensivo, si tende di più a costruire dal basso e l’introduzione del VAR ha reso più complessa la marcatura in area di rigore; ne consegue che le squadre destinate ad imporsi in campionato sono ormai quelle capaci di segnare tanto. Il Milan, se riuscirà a raggiungere questo fondamentale obiettivo, dovrà dare il giusto risalto e i dovuti meriti al lavoro del suo allenatore, che ha trasformato una squadra asfittica e dalle polveri bagnate, in una squadra brava ad offrire un calcio gradevole e capace di avere plurime soluzioni per andare al tiro in porta.

Lo step che mancava per competere per le zone altissime della classifica stava proprio nel superamento dell’handicap offensivo che, per troppi anni, il Milan si è portato dietro come una coperta di Linus dalla quale non si staccava per nessuna ragione. Oggi l’anatroccolo che non riusciva a crescere è finalmente diventato un cigno.

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