NULLA DI CASUALE

Tre centrocampisti: esigenza quasi irrinunciabile

IN BELGIO BACCHETTANO CDK
Le ragioni di campo di un trapianto non riuscito e le possibili prospettive per Charles De Ketelaere, giocatore tenuto comunque in gran conto dalla dirigenza rossonera

Redazione DDD

di Max Bambara -

Nella scorsa estate il Milan ha impostato la campagna acquisti su un’operazione estremamente coraggiosa e, nel contempo, apprezzabile dal punto di vista storico perché perfettamente in linea con la tradizione del club rossonero che, da sempre, persegue il raggiungimento delle vittorie tramite il bel gioco e lo spettacolo.

La scelta

Partito Kessie per mancato rinnovo di contratto, la società aveva quindi scelto di sostituirlo non con un centrocampista puro, bensì con un trequartista di tocco e di talento come Charles De Ketelaere, prelevato dal Bruges. Questo trapianto non è riuscito e così la stagione rossonera in campionato non ha avuto la stessa forza e la stessa qualità rispetto alle precedenti stagioni.

Tre centrocampisti: esigenza quasi irrinunciabile- immagine 2

La domanda da porsi è la seguente: perché quest’operazione, sul campo,non ha dato i frutti sperati? Senza dubbio è emerso qualche limite temperamentale di De Ketelaere e, contestualmente, si è sottovalutata la pregnanza della figura di Kessiéecome equilibratore della squadra. Tuttavia, a mio parere, queste sono semplicemente due concause che hanno avuto una incidenza, ma non così determinante. Il vero tema fondamentale è un altro ed è squisitamente tattico: con tre centrocampisti in campo e con uno di loro nella posizione di trequartista tattico/atipico, il Milan non soltanto è maggiormente equilibrato in fase di non possesso palla ma, contemporaneamente, riesce ad avere tempi del pressing eccellenti che gli permettono di riconquistare la sfera con maggiore facilità.

Tre centrocampisti: esigenza quasi irrinunciabile- immagine 3

La posizione di Bennacer su Lobotka a Napoli è stata la chiave principale della vittoria del Milan allo stadio Diego Maradona, sia nella fase di schermatura delle giocate del play avversario, sia nel recupero palla e nella rifinitura della giocata immediatamente successiva. Quel tipo di lavoro, con la stessa costanza, può svolgerlo solo un centrocampista evoluto tatticamente. Non rientra nelle corde di un trequartista puro come De Ketelaere che viene da un sistema di calcio in cui la tattica è meno esasperata.

Non è casuale nemmeno che le migliori partite di Brahim Diaz in questa stagione lo spagnolo le abbia esibite da esterno di fascia destra (contro la Juventus a San Siro e contro il Napoli qualche giorno fa). A trequarti Brahim è troppo leggero; ha spunti interessanti, ma è discontinuo e non sa dettare i tempi del pressing, un aspetto nel quale, invece, eccellono sia Bennacer e sia, in alternativa, Krunic. Nell’ottica della prossima stagione il Milan dovrà porsi la domanda sulla valorizzazione del “patrimonio” De Ketelaere. Il talento del belga è indiscutibile ed ha tratti cristallini. L’impressione però è che il ragazzo non riesca a rendere al meglio se non si sente pienamente coinvolto nel progetto di squadra.

Ad inizio campionato, da titolare, riusciva ad incidere sul piano tecnico. Da quando è diventato una riserva, da mero subentrante, non ha mai dimostrato di poter essere risolutivo. Forse la posizione di esterno destro offensivo potrebbe essere la soluzione migliore per lui, ma perché ciò sia possibile anche Charles deve fare uno step di crescita in più in ordine al dinamismo e, soprattutto, all’intensità.

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