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Un desiderio chiamato Zaniolo, pro e contro

MERCATO ZANIOLO
Tutti gli aspetti, favorevoli e meno, di un suo possibile arrivo in maglia rossonera

Redazione DDD

di Max Bambara -

In questi giorni si fa un gran parlare di Nicolò Zaniolo come potenziale obiettivo del Milan in questa sessione di mercato. I giornali romani, soprattutto, rilanciano con forza l’interesse rossonero per l’ex prodotto del settore giovanile dell’Inter. Difficile dire se un’ipotesi del genere potrà mai trovare riscontro reale, anche se l’entusiasmo del popolo milanista per l’attuale centrocampista della Roma è decisamente alto. Vogliamo provare, tuttavia, a tracciare un profilo credibile del ragazzo, analizzando compiutamente i pro e i contro che ci sono dietro un suo possibile arrivo in maglia rossonera, guardando questa operazione da tutte le angolature e soppesando in maniera dettagliata ogni aspetto.

PRO

ITALIANO. Inutile nasconderselo. Per vincere e per riuscire a consolidarsi ad alti livelli il Milan, storicamente, ha sempre potuto contare su un gruppo importante di giocatori italiani rappresentativi che sono stati il traino fondamentale per il gruppo. Di questo Paolo Maldini non può che esserne perfettamente consapevole. Basti pensare ai tempi di Arrigo Sacchi e di Fabio Capello (Baresi, Tassotti, Maldini, Costacurta, Donadoni, Ancelotti, Massaro) e ai tempi di Carlo Ancelotti (Nesta, Maldini, Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Inzaghi, Costacurta). L’attuale gruppo degli italiani rossoneri non è particolarmente corposo (Tonali, Florenzi, Calabria) e irrobustirlo con un giocatore del livello di Zanolo potrebbe essere una buona idea, anche per semplici ragioni di liste UEFA, attese le direttive che impongono la presenza di un certo numero di giocatori che si sono formati nel vivaio italiano. Da quanto tempo poi il Milan non ha il numero dieci della Nazionale italiana? Sostanzialmente dall’epoca di Rivera. Un particolare non di dettaglio e che, nelle valutazioni di Maldini, potrebbe rivestire un peso non indifferente. I giocatori che sembrano destinati a guidare la Nazionale del futuro sono Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Poterli annoverare entrambi fra le file rossonere potrebbe essere motivo di grande orgoglio.

Un desiderio chiamato Zaniolo, pro e contro- immagine 2

23 ANNI. Zaniolo ha fatto il suo ingresso da giovanissimo nel calcio italiano. Addirittura esordì in Nazionale ancora prima di giocare la sua prima partita in Serie A con la maglia della Roma. Stiamo comunque parlando di un ragazzo di soli 23 anni e che ha quasi 100 presenze nella massima serie, nonostante i suoi noti infortuni ai legamenti crociati di entrambe le ginocchia. Il ragazzo pare essere arrivato all’età perfetta per spiccare il volo, dopo aver attraversato il deserto buio degli infortuni e dopo aver commesso quegli eccessi che, in età giovanissima, possono ancora essere tollerati. Se esiste un momento adatto per puntare su Zaniolo è proprio questo. Viene da una stagione non eccezionale in termini di rendimento e molto precaria dal punto di vista del bottino realizzativo (soltanto 2 reti in Serie A in 28 partite disputate). Tuttavia quest’annata gli è stata molto utile per ritrovare la confidenza con il campo, per riabituarsi alle botte degli avversari, per tornare ad assaggiare la fatica della partita. Nell’ultima stagione, in sostanza, Zaniolo è tornato ad essere un giocatore vero. Non era scontato dopo quasi un anno e mezzo sprecato per risolvere due complicati infortuni alle ginocchia. Oggi, invece, il momento giusto per imprimere una svolta concreta alla carriera pare essere finalmente arrivato.

TALENTO. Non stiamo parlando di un giocatore come tanti. Il talento del centrocampista della Roma è indiscutibile e cristallino. La sua classe e i suoi strappi fisici durante la partita ci danno l’esatta percezione di un giocatore non banale e che in campo non vuole fare prigionieri. Nicolò Zaniolo è un giocatore con un bagaglio tecnico di altissimo livello, al quale riesce ad abbinare una esplosività fisica notevole ed una capacità di strappare in corsa rilevante. Colpisce, in particolare, la sua bravura nella conduzione della palla in corsa e l’abilità nel rivestire ruoli offensivi diversi nell’arco della stessa partita. Non è un’ala pura che può essere confinata sul settore esterno del campo. Può giocare a destra (il ruolo che occupa attualmente) per sfruttare il rientro sul piede forte (il mancino) che gli permette di avere una visione periferica del campo totale, ma può anche giocare dietro la prima punta, in posizione di trequartista, il ruolo in cui, probabilmente, in futuro avrà i maggiori margini di crescita. Le sue potenzialità sono enormi e, per certi versi, ancora inesplorate. In più. Zaniolo è il classico giocatore che può esprimersi al massimo in un sistema di gioco offensivo, in cui una squadra riesce a fraseggiare a ritmi alti e nel quale non ci sono posizioni fisse. Esattamente il sistema di calcio che c’è nel Milan di Stefano Pioli.

CONTRO

INFORTUNI. Questo è, senza ombra di dubbio, il tasto critico. Anzi questo è il vero punctum dolens che non può non generare perplessità in una dirigenza attenta e scrupolosa come quella rossonera. Il ragazzo è già stato operato due volte alle ginocchia. Ha fatto sia il legamento crociato anteriore destro, sia il legamento crociato anteriore sinistro. Non siamo più ovviamente negli anni 60 o 70, epoche in cui un infortunio del genere quasi certamente segnava la fine della carriera ad alto livello per un giocatore. Le tecniche di intervento e di recupero si sono altamente evolute, ma è inevitabile che certi infortuni lascino degli strascichi, soprattutto in giocatori che fanno dello scatto e del cambio di passo in corsa i loro punti di forza. Il recupero totale, in questi casi, avviene dopo tanto tempo ed è variabile perché non c’è soltanto l’efficienza fisica di mezzo (problemi di postura e, come conseguenza, inevitabili fastidi muscolari), ma c’è anche la componente psicologica. Non sarebbe corretto nascondersi dietro un dito. Le perplessità sul prezzo del giocatore nascono anche da questi due infortuni seri nei quali, suo malgrado, è incappato e che ne hanno inevitabilmente interrotto il cammino di crescita. Si tratta di valutazioni che pesano e che, in un periodo delicato come quello post pandemia, non possono essere tralasciate.

ATTEGGIAMENTI. Un ragazzo così forte non può più rimandare quel salto mentale utile a farlo crescere come professionista e a farlo maturare come uomo. Non ci riferiamo ovviamente alle bischerate della festa giallorossa che ha celebrato la vittoria della Conference League da parte della Roma. Parliamo semmai di atteggiamenti non perfettamente aderenti al modello professionale a cui il ragazzo, negli ultimi tempi, si è lasciato andare con eccessiva facilità. Ci sono poi le spigolature del campo alle quali un occhio attento come quello di Paolo Maldini non può non aver dato peso. Zaniolo non sempre è correttissimo sul rettangolo verde. Qualche fallo cattivo di troppo e, soprattutto, un rapporto non eccezionale con i direttori di gara, lo porta ad accumulare cartellini gialli in abbondanza e qualche espulsione decisamente evitabile. In questi aspetti, l’attuale centrocampista della Roma deve crescere moltissimo. Anche perché avere atteggiamenti sbagliati in campo significa principalmente essere ancora immaturi, cercare alibi di fronte alle avversità, non avere quella capacità di reagire agli eventi negativi con la forza barbara di chi può mettere sul campo il proprio talento e la propria forza. Gli eccessivi lamenti sono un segnale di debolezza e di scarsa tenuta mentale. In questo Nicolò deve crescere ancora tanto.

PREZZO. Quanto vale Zaniolo? La Roma, legittimamente, fa una valutazione molto alta del giocatore, superiore ai 50 milioni di euro. Il Milan, dal canto suo, fa una valutazione attorno ai 30 milioni di euro. Il sito transfermarkt.it, solitamente molto seguito fra gli addetti ai lavori, valuta il giocatore 33 milioni di euro. C’è, oggi, una differenza sostanziale fra ciò che viene percepito (l’umore dei tifosi su Zaniolo) e ciò che è reale (il rendimento di Zaniolo). Gli appassionati di calcio apprezzano tantissimo il talento del ragazzo di Massa e ritengono che il suo potenziale sia immenso. Di contro però ci sono dei numeri che non possono essere trascurati. Il ragazzo, a 23 anni, ha segnato soltanto 12 reti in Serie A. Quando Federico Chiesa passò alla Juventus nell’estate 2020 (a 23 anni), aveva segnato già 26 reti nella massima serie, ovverosia più del doppio di quante ne abbia realizzate adesso il pari età Zaniolo. Non a caso Chiesa venne valutato 50 milioni di euro. I numeri, da soli, non danno la dimensione di un giocatore, ma contribuiscono a darne un valore medio che tiene conto, in maniera misurata, del potenziale di crescita. Oggi Zaniolo vale realisticamente circa 30 milioni. A quel prezzo ci si può sedere al tavolo per una trattativa. Oltre quel prezzo diventa tutto più arduo, probabilmente impossibile.

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