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Una candidatura importante anche con l’arrivo di Rangnick: le ragioni di Stefano Pioli

FLORENCE, ITALY - FEBRUARY 22: Stefano Pioli manager of AC Milan gestures during the Serie A match between ACF Fiorentina and  AC Milan at Stadio Artemio Franchi on February 22, 2020 in Florence, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Perché ha senso la conferma del tecnico emiliano nella prossima stagione

Redazione DDD

di Max Bambara -

Se non succederanno cataclismi e se non ci saranno improvvisi ritorni del COVID 19 (cose che ovviamente nessuna persona di buonsenso si augura), il campionato di Serie A dovrebbe ripartire fra il 13 ed il 20 giugno. La chiusura della stagione 2019-2020 è quindi prevista entro la fine del mese di agosto (attorno al 20 precisamente), con l’inizio della stagione 2020-2021 che sarà inevitabilmente posticipata di qualche settimana. Presumibilmente comunque, non si andrà oltre la fine del mese di settembre per l’inizio della nuova stagione, dato che nel mese di giugno 2021 ci saranno gli Europei e le leghe nazionali devono terminare entro la prima metà del mese di maggio 2021. Appare quindi abbastanza difficile, ad oggi, poter ipotizzare come si svolgeranno (dal punto di vista strettamente organizzativo) e, soprattutto, se si svolgeranno i ritiri pre-campionato delle squadre di calcio.

Lecito pensare infatti che l’AIC farà battaglia sul punto e darà filo da torcere alla Federazione ed ai club, in quanto gli atleti hanno diritto a quattro settimane di vacanze per contratto e il periodo di quarantena difficilmente potrà essere conteggiato come tale. In questo scenario, è facile prevedere come la stagione prossima sarà totalmente atipica per tutta la Seria A, oltre che di difficile decifrazione sul piano del mercato (quando si potrà fare mercato e soprattutto per quanto tempo?). Ed allora, è abbastanza evidente come le squadre che più potranno avere vantaggi saranno quelle che cambieranno di meno dal punto di vista della struttura e delle conoscenze e che si porranno l’obiettivo di dare continuità ai propri progetti. Per rimanere vicini al campo rossonero, ci chiediamo quindi che senso abbia non prendere in considerazione l’ipotesi, visto lo stato dell’arte, di prolungare l’esperienza sulla panchina milanista di Stefano Pioli.

L’ex allenatore di Bologna e Lazio infatti, subentrato a stagione in corso al posto di Marco Giampaolo, dopo il terribile tracollo di Bergamo è riuscito, con pazienza e con lavoro certosino a dare un senso di squadra al Milan. Non parliamo chiaramente di spettacolo o di follie da Milan di una volta che stregava i suoi sostenitori con argomenti tecnici di prima grandezza, ma ci riferiamo ad aspetti come la compattezza, la solidità, la stabilità ed il senso del gruppo. Qualcuno dà queste cose per scontate con troppa faciloneria; in realtà tutti gli allenatori partono da questi valori per poi migliorare le proprie squadre nel tempo. Il Milan di Pioli oggi è una squadra vera e questo, dopo l’utopia non riuscita di Giampaolo, non è certamente un aspetto di poca importanza. Di sicuro è comprensibile come una proprietà nuova ed attenta al futuro del club come quella americana, si ponga il dubbio se proseguire su questa strada, se l’alternativa è un progetto affascinante come quello che vede l’arrivo a Milano di Rangnick.

Tuttavia, al netto di qualsiasi opinione (positiva o negativa) sul manager tedesco, un dato appare certo: Rangnick, per dare compiutezza e senso alla sua idea di calcio ed alle sue visioni progettuali, ha bisogno di tempo, di lavoro sul campo e di implementazione sistematica del proprio credo calcistico. Come potrà mai fare tutto ciò in una situazione come quella che si presenterà a settembre quando riprenderà la Serie A? Potrebbe non esserci nemmeno il ritiro pre-campionato e, addirittura, i tempi del mercato potrebbero essere molto accorciati, con trattative lampo, tanti scambi e molti prestiti. Non sembra decisamente questo il momento ideale per operare una rivoluzione copernicana, né al Milan, né ovviamente in altri club di Serie A che saranno costretti a programmare una stagione in maniera totalmente nuova e con una particolare attenzione al bilancio. Forse, in una situazione come questa, per il fondo Elliott una scelta conservativa come la conferma di Pioli potrebbe avere maggior senso rispetto ad una scelta rivoluzionaria come l’arrivo di Rangnick che, in questa particolare situazione, avrebbe margini di rischio estremamente elevati.

Prendere Rangnick senza dargli il tempo di lavorare sul suo calcio e senza avere la certezza di poterlo accontentare sul mercato (i tempi delle operazioni saranno necessariamente più stretti), potrebbe essere un azzardo elevato che il Milan rischierebbe poi di pagare a caro prezzo. Per queste ragioni, a nostro avviso, la candidatura di Stefano Pioli potrebbe ancora essere quella più credibile per il Milan della stagione 2020-2021. E potrebbe esserlo ancor di più se il tecnico rossonero riuscisse a conquistare un posto in Europa League alla fine della stagione in corso. Il Milan d’altronde ha già commesso un anno fa il grave errore di buttare a mare il lavoro di Rino Gattuso che era arrivato ad un punto dalla Champions League e che ad un certo momento di quella stagione era addirittura terzo in classifica. Oggi, probabilmente, è arrivato il momento di imparare da quell’errore e di mettere la continuità al primo posto fra i valori del club. Sarà meno affascinante della novità e delle utopie ma, sul campo, da sempre offre le migliori garanzie in termini di risultati.

 

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