DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

OGGI RAPAIć SI OCCUPA DI ENERGIA RINNOVABILE E SCOUTING

Energia rinnovabile e scouting: la nuova vita di Milan Rapaic

Il 47enne croato non dimentica Perugia, la Serie A, il gol all’Italia ai Mondiali del 2002, ma critica poi il “troppo calcio al computer” di oggi

Davide Capano

Ricordate Milan Rapaić? L’ex attaccante di Perugia e Ancona oggi si occupa di energia rinnovabile, eolica e solare, ma anche scouting calcistico con l’agenzia World Soccer Group. Il 47enne croato si è confidato. “Negli anni '90 esisteva solamente l’Italia – racconta –, gli altri campionati erano a un livello molto più basso. Io volevo giocare in Serie A, mi piaceva il calcio e da voi era il top.

 Mandatory Credit: Claudio Villa /Allsport

Mandatory Credit: Claudio Villa /Allsport

Sono molto legato a Perugia. Una città, una piazza a cui voglio tanto bene da sempre e per sempre. Mi dispiace che adesso non giocano nei livelli che meritano, però speriamo un giorno sicuramente di tornare dove ci compete. Non ho mai visto il calcio come un lavoro, ma come un gioco. Però devo dire di aver fatto una carriera molto importante. Sono fortunato, giocavo e mi pagavano: cosa chiedere di più? Mi sono goduto il calcio e dove sono stato sono stato idolo. Il fatto che mi vogliano bene dopo tanti anni mi gratifica”.

 (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

(Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Il nativo di Nova Gradiška non dimentica le quattro stagioni perugine, come ha raccontato a Tuttomercatoweb.it: “Avevo tutto: ero ben pagato, stavo alla grande e i tifosi mi volevano bene. Potevo andar via ma chi me lo faceva fare? In tanti sono venuti da me a parlare, però io avevo il contratto a Perugia non pensavo a cambiare aria. Poi Alessandro Gaucci mi disse che il club rischiava di fallire e che la mia cessione avrebbe salvato la società. E sono andato al Fenerbahçe. Anzitutto giocavo per la mia società e la mia squadra, ma ho cercato di far divertire anche i tifosi. Adesso è diverso, non vedi più un dribbling, non ci sono i Totti o i Del Piero. Gli allenatori oggi ti ingabbiano. E poi c’è troppo calcio al computer. Tutti schemi, secondo me persino falsi. Ma alla fine la differenza la fanno i giocatori che non seguono schemi e faccio un esempio attuale: Mbappé”.

Poi Rapaić ricorda il suo gol del 2-1 all’Italia ai Mondiali di Corea e Giappone nel 2002: “In quell’occasione ho sbagliato a tirare il pallone, ma è venuto fuori un bellissimo gol. Se lo prendevo bene facevo anche meglio”.

 (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)
tutte le notizie di