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CAPU…T DERBY – Colpire il Napoli per educarne cento

La rubrica di Giovanni Capuano

Analisi e approfondimenti

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

In attesa di sapere se il Collegio di Garanzia del Coni rovescerà la sentenza di primo e secondo grado, rimettendo in campo Juventus e Napoli, la lettura della sentenza con cui i giudici dell'appello della Figc hanno affondato i partenopei invita ad alcune riflessioni. Intanto è sorprendente lo sconcerto di quanti hanno scoperto nelle paginette redatte da Sandulli e colleghi che nell'argomentare un verdetto di condanna si possano esprimere critiche, anche dure, a comportamento e linea difensiva adottata dal 'reo'. Dal loro punto di vista, gli estensori si sono limitati a chiarire senza ombre il percorso fatto per arrivare al rigetto del ricorso e ad argomentarlo nella maniera più netta possibile così da renderlo solido alla prova del grado di giudizio successivo. Non è un problema di accanimento anti-napoletano, ma di prassi e chi ha tempo e voglia (ma dubitiamo ne esistano molti) faccia una ricerca tra le motivazioni per rendersene conto.

Aurelio De Laurentiis (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

La seconda riflessione è che, se la conclusione cui sono arrivati i giudici è che il Napoli ha agito con slealtà barando, allora alla società è andata pure bene e in linea teorica potrebbe anche andare peggio una volta che venisse analizzata l'eventuale violazione del protocollo Figc, materia che non è stata toccata se non in via indiretta da un procedimento aperto e (per ora) chiuso per giudicare la mancata presentazione in campo di una squadra.

Terzo e ultimo passaggio, quello più importante. La nettezza con cui la giustizia sportiva ha sancito fin qui i torti del Napoli ricorda da vicino il detto 'Punirne uno per educarne cento'. In questo caso punire De Laurentiis per educare gli altri diciannove al rispetto delle norme che il calcio stesso si è faticosamente dato per tornare in campo e provare a restarci, pena il fallimento del sistema. Non è un caso che il Napoli non abbia trovato sponda e solidarietà praticamente da nessuno in queste sua corsa verso il baratro. Quindi la lezione è chiara: per stare dentro il sistema di devono accettare le regole del sistema. E non è un messaggio intimidatorio, ma la semplice presa d'atto che in tempi di guerra - la crisi che sta travolgendo anche il calcio con danni incalcolabili e ristori nulli - non sono ammessi tradimenti e diserzioni. Con buona pace di altri dossier attualmente aperti e come avviso in generale a chi avesse la tentazione da qui in poi di forzare la mano nei rapporti complessi con le Asl provando a lucrare un vantaggio in campo.

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