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SOLO VENUTI, POCHE EMOZIONI

CAPU…T DERBY – Il Grande Sonno

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Un autogol, poche occasioni, tanta noia: che delusione le due semifinali di Coppa Italia. E anche Mancini ha da preoccuparsi…

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Se non fosse stato per lo sciagurato Venuti, la due giorni di semifinali di Coppa Italia sarebbe andata agli archivi con zero gol, un palo, pochissime emozioni e zero spettacolo. Tanti sbadigli prima a San Siro e poi al Franchi, in 180 minuti caricati di mille significati e poverissimi dal punto di vista tecnico. Poi è arrivata l’autorete di Venuti a dare un senso statistico almeno a una delle due sfide. Tutto il resto, però, resta valido e induce a qualche considerazione generale che faccia da bussola anche in vista di quello che deve arrivare. Intanto le milanesi: l’Inter più ancora del Milan attraversa una crisi che pare essere fisica, ma che si è trasformata anche in tecnica. Inzaghi non ha più margine di tempo per uscirne anche se i segnali del derby non sono stati confortanti. Un po’ meglio Pioli, ma il suo Milan in questa fase (decisiva) non è lo stesso dell’autunno e invece servirebbe quella condizione perché la trasferta a Napoli è uno spareggio scudetto che non si può fallire.

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La Juventus aveva mille alibi dettati dalle assenze: troppi infortunati, formazione reinventata da Allegri in una serata difficilissima dal punto di vista ambientale. Detto questo, per 80 minuti è sembrata una provinciale a caccia di un punticino salvezza e aggrappata all’idea che possa essere sufficiente innescare il fenomeno davanti (Vlahovic) senza impegnarsi in una proposta di calcio costruita per portargli il pallone. Siccome la storia la scrive chi vince, l’autorete di Venuti ha dato ragione ad Allegri. Però il tema rimane sul tavolo e i bianconeri devono crescere, se non per inseguire uno scudetto praticamente impossibile almeno per misurarsi con l’Atalanta che sta dando segnali di risveglio prepotenti.

Chiusura sulla nazionale. Direte: e chi se ne importa, mancando quasi un mese al rendez-vous con Macedonia del Nord e (si spera) Portogallo? A occhio Mancini ha poco da stare allegro. Di quelli che non ha perso per infortunio, alcuni suoi pilastri sono in evidente fase di calo. Barella è il simbolo della difficoltà di questa fase della stagione. Si gioca troppo, ora si gioca malissimo ma l’Italia non ha tempo per perdersi in dibattiti sterili e avrebbe bisogno di averli tutti al meglio per cercare l’impresa.

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