di Giovanni Capuano -
DALLA ASL ALLA COPPA D'AFRICA
CAPU…T DERBY – Il mal d’Africa del Napoli
Mezza squadra in Coppa d'Africa nel momento della lotta scudetto: ecco perché la minaccia di De Laurentiis di fermare tutto lo mette dalla parte del torto
De Laurentiis ha ragione da vendere quando segnala l'ingiustizia che il suo Napoli subirà nel cuore dell'inverno, quando le stagioni si decidono e anche la storia degli scudetti. La Coppa d'Africa porterà via al suo Napoli la spina dorsale di una squadra che si sta dimostrando competitiva e che per quell'epoca potrebbe essere in lizza per il titolo se Spalletti saprà confermare nei prossimi tre mesi di averla plasmata a tempo di record rendendola una protagonista assoluta della Serie A.
Ha ragione da vendere ma la sua è una ragione platonica, non oltre. E quindi ha torto se immagina di poter dichiarare guerra da solo ai calendari internazionali (che sono folli), magari trattenendo i calciatori del Napoli per evitargli la trasferta africana. Si tratta di Koulibaly, Anguissa, Osimhen e Ounas: perdite dolorosissime dal punto di vista tecnico ma purtroppo prevedibili, perché la storia della Coppa d'Africa piazzata nel mezzo della stagione europea non nasce in questo 2021 ma è una tassa che i club pagano da sempre. Arrabbiandosi, ma subendo l'ingiustizia di dover fare a meno di calciatori forti, pagati e che se ne vanno tornando nella migliore delle ipotesi dopo qualche settimana e nella peggiore con un calo di condizione che li costringe a periodi ai margini per ritrovare una forma accettabile.
Quindi la battaglia per razionalizzare i calendari internazionali è giusta, ma se il Napoli pensa di combatterla pro domo sua diventa un condizionamento della stagione non accettabile. Perché tutti gli altri stanno subendo in silenzio o quasi le conseguenze e tra chi se ne è avvantaggiato c'è, ad esempio, lo stesso Napoli di ADL che a settembre ha ospitato una Juventus con mezza squadra tenuta fuori perché la Fifa ha imposto ai sudamericani la follia delle tre partite con l'ultima a ridosso della ripresa dei campionati in Europa. Solo le inglesi hanno fatto quello che volevano, poi perdonate in nome dell'adagio per cui si è deboli con i forti e forti con i deboli.
Non mandare Koulibaly, Anguissa, Osimhen e Ounas in Coppa d'Africa (ammesso che esista un modo per farlo), o cercare di spostare un blocco di impegni di campionato - tra cui la sfida di ritorno con la Juventus - metterebbero il Napoli dalla parte del torto in una vicenda che prima o poi andrà risolta definitivamente. Per tutti, senza fughe avanti di nessuno. Falserebbe la stagione più di quanto non sia già falsata e assomiglierebbe in modo sinistro a quanto accaduto un anno fa con la vicenda delle ASL, quando la posizione partenopea rischiò di far saltare il banco del calcio italiano.
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