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MILAN, ITALY - MAY 12: Head coach of FC Internazionale Antonio Conte celebrate the win with Andrea Pinamonti at the end of the Serie A match between FC Internazionale and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on May 12, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)
di Giovanni Capuano -
Conte in silenzio alla vigilia della partita con la Roma, protagonista (involontario?) del balletto della conferenza prima annunciata e poi cancellata. Conte in silenzio dopo la partita con la Roma. Di sicuro chi, lui o chi per lui, ha scelto di non esporre il tecnico campione d'Italia alla trafila di domande su stipendi, tagli, spalmature, prestiti, debiti e via discorrendo intorno a questo strano finale di stagione dell'Inter, non ha sbagliato. I silenzi stampa raramente sono giusti. Questo, però, è un silenzio che sa di autotutela e consapevolezza del momento e dei ruoli. Non è Conte a dover mettere la faccia e dettare l'agenda interista. Sopra di lui ci sono Marotta, che infatti risponde dicendo quello che sa e può, e soprattutto c'è la proprietà. Che prima o poi dovrà uscire allo scoperto anche pubblicamente per chiarire non tanto i problemi, che sono sotto gli occhi di tutti e in buona parte condivisi anche dagli altri club, ma le soluzioni e il progetto.
Solo dopo si potrà chiedere conto all'allenatore della sua volontà che, nel caso di Antonio Conte, assomiglierà a una sentenza sulla credibilità di tutto il piano. Ecco perché oggi il suo silenzio è d'oro e comprensibile. Questione di ruoli. Le domande scomode vanno fatte ad altri e da altri - soprattutto se rientrati dalla Cina giusto in tempo per la foto scudetto - vanno pretese le risposte.
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