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PORTO-JUVENTUS 2-1

CAPU…T DERBY – L’errore di Pirlo o di chi lo ha scelto

PORTO, PORTUGAL - FEBRUARY 17: Weston McKennie of Juventus is challenged by Kepler Lima 'Pepe' of FC Porto during the UEFA Champions League Round of 16 match between FC Porto and Juventus at Estadio do Dragao on February 17, 2021 in Porto, Portugal. Sporting stadiums around Portugal remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

I bianconeri si sono presentati impreparati fin nell'atteggiamento all'esame più importante della stagione

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

La Juventus è ancora viva dopo aver camminato pericolosamente sul bordo del cornicione. E' viva e al ritorno potrà cercare di capitalizzare il gol di Chiesa, ma le buone notizie finiscono qui perché la notte di Oporto non ha fatto altro che confermare i limiti e i difetti di una stagione vissuta sul filo e in cui la costante è la mancanza di continuità. Nei risultati (5° sconfitta e siamo a febbraio) e nella creazione di un'identità di gioco. Quella che si chiede a Pirlo, forse sbagliando. Pur scontando tutte le giustificazioni di una stagione anomala nella sua preparazione, la Juventus non ha mai trovato un gioco riconoscibile. I segnali del disastro portoghese c'erano già stati e pure chiaramente visibili, a patto di non volersi nascondere dietro al paravento dei risultati. Per intenderci, solo restando al 2021 la Juventus è risultata complessivamente inferiore all'Inter (la qualificazione è figlia degli episodi), ha giocato una partita mediocre con la Roma, perso male a Napoli e vinto a San Siro favorita da un Milan in condizioni estreme.

La rubrica di Giovanni Capuano

Sorprende che, come a Lione con Sarri un anno fa, i bianconeri si siano presentati impreparati fin nell'atteggiamento all'esame più importante della stagione. Allora compromettendo la prosecuzione in Champions, questa volta chissà anche se l'immagine per 80 minuti è stata sbiadita. Brutta. E' possibile che manchino esperienza e qualità in questa rosa, ma non si può rendere il Porto un ostacolo troppo alto quando nel momento del sorteggio si era giustamente accolto l'abbinamento con un sorriso. Solo il gol di Chiesa ha evitato una stroncatura completa su cui bisogna riflettere partendo dal tecnico e dalla sua scelta. Al netto degli entusiasti della prima ora (quelli del sempre esagerato 'Maestro di Pirlolandia') la domanda viene posta dall'inizio: Pirlo è un allenatore da Juventus? Ad oggi la risposta è no. Almeno non lo è adesso e date queste condizioni di partenza. Non ci si improvvisa, nemmeno se ci si trova in una società disponibile a sopportare gli errori di gioventù. Se la squadra non ha identità gran parte della responsabilità è sua e di chi gli ha affidato il progetto. Ora la strada maestra è andare avanti con convinzione perché discutere il tecnico senza ragionare anche sul resto del disegno sarebbe improduttivo. Ma qualche riflessione andrà fatta e in fretta per cambiare strada prima che sia troppo tardi.

PS - All'ultimo istante c'era rigore su Ronaldo, non fischiato dall'arbitro. Avrebbe cambiato il risultato della partita (e non è un dettaglio), non l'impressione complessiva della notte di Oporto.

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