
di Giovanni Capuano -
TURBOLENZE MOU
di Giovanni Capuano -
Preveniamo l'obiezione di chi dice che Jose Mourinho è innanzitutto vittima di se stesso e del suo atteggiamento, di quella voglia di andare sempre sul limite e spesso superarlo per dichiarare guerra al mondo che lo circonda, meglio se arbitrale. Un tratto distintivo del modo di fare del portoghese che in Italia ben conosciamo e che fa parte della sua tecnica di costruzione del personaggio e del fortino dentro cui rinchiude i suoi per poi ottenere da loro dedizione assoluta e, attraverso questa, il massimo possibile dei risultati.
Punizione senza precedenti
Obiezione presentata, ecco lo svolgimento: Mourinho è vittima di un regolamento di conti e pagherà in Italia ed Europa un prezzo esagerato per quello che ha fatto. Starà fuori 6 partite (4 per la Uefa e 2 per la Figc) per provvedimenti punitivi abnormi rispetto alle sue colpe. Il Tribunale Federale Nazionale lo ha fermato per 10 giorni (di fatto 2 turni) con 50.000 euro di multa per aver detto che l'arbitro Chiffi è "tecnicamente orribile e non empatico dal punto di vista umano", in pratica "il peggior arbitro mai incontrato in carriera" e che la "Roma ha il limite" di non essere capace di imporsi per evitare gli arbitri sgraditi. Opinioni critiche, ma pur sempre opinioni, punite dal sistema come mai prima.
C'è chi ha evidenziato come la squalifica e i 50.000 euro di multa siano una pena superiore a quanto lo stesso sistema ha reputato sufficiente per i dirigenti coinvolti nel cosiddetto secondo filone del processo sportivo alla Juventus: è un dato di fatto, visto che Paratici di euro ne pagherà 47.000. Di sicuro è andata peggio che a Rocco Commisso che dopo un Juventus-Fiorentina perso 3-0 dai viola disse "sono disgustato, credo che una squadra che ha 350 milioni di ingaggi non ha bisogno degli arbitri. La Juventus è fortissima, lasciate che la partita la vinca sul campo, non per i regali che gli arbitri concedono". Aggiungendo: "Non è giusto per il calcio italiano, queste gare vanno in tutto il mondo, quando vedono queste porcherie cosa pensano. Le gare in Italia sono decise dagli arbitri, non si può andare avanti così".
E di sicuro ha ragione chi suggerisce che, dopo la finale di Europa League persa a Budapest anche col contributo dell'arbitro inglese Taylor (inserito per la prossima stagione dalla Uefa nella categoria Elite), Mourinho invece di dirgli di vergognarsi nel parcheggio dei pullman avrebbe fatto meglio a minacciarlo di morte precipitandosi nel suo spogliatoio come fecero i vertici del Psg con il direttore di gara al Bernabeu dopo una turbolenta eliminazione dalla Champions League. Allora Leonardo prese un turno e Al-Khelaifi, che aveva anche urlato "ti uccido" a un uomo dello staff del Real Madrid che stava riprendendo la scena, venne assolto. Mourinho paga per se stesso e per tutti, insomma. E' una vittima più che il carnefice e c'è da sperare che il regolamento di conti finisca qui e non influisca sulla prossima stagione dove - è giusto dirlo - anche il portoghese e il suo staff dovranno provare a darsi una regolata nel modo di stare in panchina. Quanto meno per dimostrare di aver capito la lezione.
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