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CR7 A FINE MERCATO

CAPU…T DERBY – Ronaldo, c’era una volta la Juve

CAPU…T DERBY – Ronaldo, c’era una volta la Juve

L'addio di CR7 a Torino tra capricci, proposte poco decenti e l'immagine di un club in balia del proprio campione

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Che le strade di Ronaldo e della Juventus potessero separarsi si era capito presto, già in primavera. E in un certo senso con reciproca soddisfazione, nel senso che dopo tre stagioni aveva un senso - economico e anche tecnico - per i bianconeri provare a ripartire senza CR7, i suoi gol e i vincoli obbligati nella costruzione del gioco e della squadra. Dunque non sorprenderebbe l'addio del portoghese a Torino, semmai ha sorpreso il vederlo riatterrare in Italia dopo l'Europeo e le lunghe vacanze nelle quali non ha mai speso una buona parola per la sua squadra confermando di essere unicamente concentrato su se stesso, il suo futuro e le sue voglie.

 La rubrica di Giovanni Capuano

Quello che sta accadendo intorno a Ronaldo nell'ultima settimana, però, va oltre ed è molto poco da Juventus. Non è normale che un affare così delicato possa essere trattato in volata cancellando buona parte dei benefici per il club che gli ha girato un bonifico da 3 milioni netti al mese negli ultimi tre anni. Non è normale che da Manchester filtri l'indisponibilità a spendere un solo euro per il suo cartellino, in una sorta di "prendere o lasciare" in cui diventano decisive le volontà (i capricci?) della star, con tanti saluti alle esigenze della società. Non è normale l'atteggiamento distaccato, quasi scollegato rispetto all'ambiente in cui lavora, del giocatore. Non è normale trovarsi a poche ore dalla fine del mercato a dover inseguire delle alternative senza le quali il progetto tecnico di Allegri rischia di perdere consistenza. Non è normale e non è da Juventus dare al mondo l'idea di essere prigioniera dell'ego di un singolo calciatore, chiunque esso sia. Anche se si chiama Ronaldo, con le sue macchine spostate di notte, i post ad uso e consumo del Real Madrid, i messaggi più o meno chiari lanciati per mesi in giro per il mondo.

Non è normale ed è anche molto poco rispettoso per il passato e il presente della Juventus. L'addio di Ronaldo continua ad avere un senso, soprattutto perché libera risorse notevoli all'interno di un bilancio in fibrillazione e piegato dalla pandemia. L'addio di Ronaldo con queste modalità e tempistiche consegna ad Allegri un problema, priva Cherubini della possibilità di programmare il nuovo corso con coerenza e compiutezza e mostra al mondo il lato debole di una società che è sempre stata qualcosa di più importante rispetto ai campioni, tanti, che ci hanno giocato. Comunque vada, anche finisse con una permanenza a questo punto per assenza di vie di fuga, non sarà un successo.

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