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IL DESIGNATORE E IL VAR

CAPU…T DERBY – Togliete il microfono agli arbitri (e ridateci il Var)

Il sistema calcio spende denaro perché il Var funzioni, non per vederlo ridotto al ruolo di puro e semplice spettatore

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Il designatore Rizzoli sta facendo uno sforzo enorme per cercare di rendere gli arbitri e i loro meccanismi il più possibile una casa di vetro. Va in televisione, parla, spiega. Prova a fare didattica sul regolamento e a dettagliare come si deve usare il Var e come, invece, preferirebbe che non fosse usato. Insomma, qualcosa che comincia ad avvicinarsi al modello trasparente da sempre invocato. E la figura di Gianluca Rocchi, arruolato dalla Federcalcio come figura di raccordo tra lo stesso Rizzoli e i club, dovrebbe servire a rafforzare il concetto di trasparenza e disponibilità al dialogo.

La rubrica di Giovanni Capuano

Bene, dopo aver visto e ascoltato Rizzoli negli ultimi mesi siamo giunti alla conclusione che sarebbe meglio evitare. O, meglio, aiutare il designatore affiancandolo a qualcuno che abbia cognizione di come si comunica perché il prodotto delle sue uscite ottiene spesso il risultato contrario all'obiettivo. Era successo dopo il celebre Inter-Parma di Perisic affossato (a Sky per dire che l'Inter aveva ragione ad essersi incazzata, ma altri episodi concettualmente simili invece no) ed è ricapitato per Milan-Torino. La partita della prima pagina corrosiva e contestata della Gazzetta dello Sport ("Il Milan Var") e delle lamentele del presidente ed editore Urbano Cairo. Parlando a DAZN, Rizzoli ha citato come unico esempio di errore nell'utilizzo del Var ("Avremmo preferito che non intervenisse") la concessione di un rigore al Milan parso alla stragrande maggioranza dei commentatori chiaro con tanto di applausi all'uomo che, dietro lo schermo del televisore, lo aveva segnalato all'arbitro di campo. Il motivo? Abbastanza incomprensibile anche a riascoltare più volte le sue parole a meno di non voler indulgere nel sospetto che semplicemente il designatore non voglia che il Var venga usato o desideri che sia limitato al minimo possibile. Anche a costo di avallare (supportare) errori di campo. Cosa che aprirebbe a un dibattito molto più complesso, visto che il Var esiste, è una scelta irreversibile e il sistema calcio spende denaro perché funzioni, non per vederlo ridotto al ruolo di spettatore non operativo.

E' possibile e sperabile che Rizzoli intendesse altro nel suo parlare. Come nelle altre occasioni. Ma se questa deve essere la trasparenza e l'apertura al dialogo, meglio tornare al vecchio silenzio. Se non si è in grado di spiegarsi, meglio tacere, tagliare, sopire, evitare di innescare polemiche e dietrologie. Oppure umilmente studiare i meccanismi della comunicazione che è un'arte, oltre che un lavoro. E non si improvvisa, neanche se si è stati un arbitro grandissimo.

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