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CAPUT…T DERBY – Pirlolandia è finita

La rubrica di Giovanni Capuano

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Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Andrea Pirlo giura di non essere preoccupato. Agnelli ha spiegato di essere felice di come vanno le cose con il tecnico deb e in generale l'ambiente juventino fa sfoggio di serenità. Tutto molto giusto quando si avvia un nuovo progetto sportivo e, dunque, sarebbe un errore se l'avvio di stagione a passo rallentato facesse aprire processi e inducesse in qualche tentazione di ripensamento. Però, scontati tutti gli alibi a partire dalle assenze e dal fatto che a Pirlo non è stata concessa una fase di preparazione e sperimentazione estiva al riparo della tensione dei risultati, non si può non dire con franchezza che la risposta allo start è stata fin qui negativa oltre ogni previsione.

Andrea Pirlo in Juventus-Barcellona (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Lo dicono i numeri (due sole vittorie nelle sei partite giocate, escludendo quella a tavolino con il Napoli), le situazioni di svantaggio in quattro occasioni e un complessivo senso di smarrimento aggravato dallo spessore degli avversari. Il calendario non ha consegnato ai bianconeri un avvio da brividi in campionato e nemmeno in Champions League, dove il Barcellona parso nettamente superiore a Torino è una pallida fotocopia del grande Barcellona delle scorse stagioni. Messi e soci, per capirci, avevano vinto una sola delle ultime quattro giocate prima di sbancare lo Stadium.

Nessun processo, ma il dubbio che con Pirlo sia stato compiuto un passo molto lungo per la gamba juventina viene. E l'idea che un allenatore appena sbarcato sulla panchina possa 'destrutturare' una squadra abituata a vincere, che ha già respinto come corpo estraneo il rivoluzionario Sarri, senza provocare crisi di rigetto provoca più di un dubbio. Esattamente come dipingere Pirlo 'maestro' senza nemmeno averlo visto all'opera è stato il modo migliore per rendergli la vita difficile, così adesso non sottolineare che la sua Juventus non ha una personalità riconoscibile in campo, cambia spesso abito senza trovare quello giusto, mostra limiti in mezzo e pare legata mani e piedi al momento di forma di pochi (Morata in testa), significherebbe non fargli un favore. Questa Juventus è in difficoltà. Punto. E l'uscita dal tunnel non si vede a breve.

Non è il de prufundiis sul progetto scudetto, ma un esercizio di onestà intellettuale. Senza corretta diagnosi è impossibile arrivare a una prognosi. Senza dire che Pirlo è un progetto di grande allenatore, ma oggi non oltre e sta facendo fatica a trasferire le sue idee dalla carta al campo, il percorso bianconero rischia di essere tremendamente in salita. E attenzione al fuoco amico, perché il passo da predestinato a inadeguato - nel calcio che consuma tutto alla velocità della luce - è spesso breve. E irreversibile.

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