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LO SCIAGURATO EGIDIO

DDD Story – Egidio Calloni, tutta colpa dei “Promessi Sposi”…

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La letteratura sul suo nome, l'addio al calcio, i gelati...

Redazione DDD

di Luigi Furini -

I suoi genitori lo hanno involontariamente condannato quando lo hanno chiamato Egidio. Lui è diventato calciatore, ha mal ciabattato qualche pallone davanti alla porta e quel perfido giornalista che era Gianni Brera lo ha ribattezzato “Sciagurato Egidio". Insomma, ha scomodato il Manzoni e i Promessi Sposi per raccontare gli errori del centravanti del Milan. Egidio, nel romanzo, è il seduttore della Monaca di Monza. Si può sedurre una suora? Non si può e non si deve. Si può sbagliare un gol a porta vuota? Non si può e non si deve. Ma così sono andate le cose.

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Egidio Calloni nasce a Busto Arsizio nel 1952. Fa la trafila nelle giovanili dell’Inter, poi lo prende il Varese e nel 1974 porta la squadra lombarda in serie A con 16 gol. Lo vuole il Milan che gli mette la maglia numero 9. In quattro anni segna 31 gol in 101 presenze e vince, con i rossoneri, anche una Coppa Italia. Ma per i giornali, la critica, i tifosi, è troppo poco. E se non arriva Gianni Brera, ecco Beppe Viola che, alla Domenica Sportiva, commenta un altro gol sbagliato: “A due metri dalla porta, completamente solo, Calloni sventa la minaccia”. A questo punto Calloni commette un errore: si lascia andare. Non reagisce. E’ lui stesso ad ammetterlo, anni dopo. E racconta: “Ricordo di aver sbagliato un po’ di gol, ma pazienza. Non lo facevo mica apposta. Anche ai grossi bomber capita di sbagliare”. E non se l’è mai presa neanche con Beppe Viola: “La pensava come me, il calcio è fatto per divertirsi”.

A Milan lo affiancano grandi giocatori e allenatori, da Rivera a Liedholm, da Rocco a Trapattoni. Da tutti cerca di imparare qualcosa, soprattutto dal Trap che, a seduta finita, lo tiene ancora in campo, gli mette la palla in area e lui deve buttarla dentro, di testa, di sinistro, di destro. Però un conto è l’allenamento, un altro è San Siro dove i tifosi lo prendono di mira. E allora lui emigra, prima al Verona, poi al Perugia (è il vice di Paolo Rossi) e poi al Palermo in serie B. Però, nel 1981, in B arriva anche il Milan (dopo lo scandalo delle scommesse) e Calloni si vendica: sul campo della Favorita segna una tripletta alla sua ex squadra. “Era scaramantico – racconta l’ex portiere dei siciliani, Lorenzo Frison – e nello spogliatoi portava una valigetta. Dentro c’erano un corno, il numero 13, una ferro di cavallo e una zampa di coniglio. La apriva e cominciava gridare 'Badu, Badu, Badu'. Poi si cambiava ed entrava in campo”.

Dopo un anno al Como (ancora in serie A), Calloni smette. Chiude con quel mondo e torna a Verbania (dove aveva giocato da ragazzo), stavolta per aprire un bar. L’ho tenuto qualche anno, poi ho chiuso. Mi sono messo a fare il rappresentante di gelati per l’Algida e la Motta. Macino chilometri, faccio il rappresentante”, racconta adesso, all’alba dei 70 anni. E’ anche vittima di un’ischemia, ma la supera e torna a lavorare. “Lo Sciagurato Egidio” diventa un programma per parlare di sport, musica e società. Lui si arrabbia ma poi accetta di partecipare a una puntata. Con il calcio non ha proprio smesso. Nel tempo libero allena i “Piccoli amici dell’oratorio San Vittore”, a Verbania. “Ci divertiamo come matti”, dice. Si è sempre definito “un mediocre approdato in alto”. Eppure mediocre non era, ha fatto anche gol spettacolari. Ma portare quel nome, che si rifà ai Promessi Sposi, al seduttore della monaca, forse non l’ha aiutato.

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