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SEMPRE CONTRO CORRENTE

DDD Story – Gianni Rivera, l’abatino fra gol e no-vax

Redazione DDD

Calcio e dualismi, polemiche e politica, film, frasi celebri, fino al vaccino...

di Luigi Furini -

La scena, memorabile, è del 20 maggio 1973. La Domenica Sportiva invita tutta la squadra del Milan in trasmissione. E’ in testa alla classifica e in quel giorno si gioca l’ultima di campionato. Ma i rossoneri perdono a Verona e lo scudetto va alla Juve. L’imbarazzo in studio è totale. Il conduttore, Alfredo Pigna, cerca di sciogliere il gelo con una battuta: “E’ proprio vero che la palla è rotonda”. Nessuno risponde. L’allenatore, Nereo Rocco, resta imbambolato. Prende il microfono Gianni Rivera: “Diciamo pure che la palla è rotonda, ma diciamo anche che rotola sempre dalla stessa parte”. In riferimento, chiaro, è alla Juventus e alla classe arbitrale. Nascono polemiche furenti con Concetto Lo Bello (allora principe indiscusso delle giacchette nere) e per Rivera piovono squalifiche. Il ragazzo (allora aveva 30 anni) saprà rifarsi perché nello stesso anno la Nazionale italiana va a vincere contro l’Inghilterra a Londra e il ct inglese, Alf Ramsey, dichiara: “I quattro giocatori italiani più forti sono Rivera, Rivera, Rivera e Rivera”.

Numero 10 del Milan dal 1960 al 1979, ha sempre remato controcorrente. Nasce povero (figlio di un ferroviere e di una casalinga) ad Alessandria, sotto i bombardamenti. Debutta giovanissimo con i”grigi”. Lo vede Gipo Viani che lo consiglia al presidente Rizzoli. E questi dirà: ”Mi ha fatto spendere un sacco di soldi per un ragazzino che non so neanche come si chiami”. Ma sono soldi spesi bene. I giornali lo mettono spesso sulla graticola ma lui tira diritto, anche quando Gianni Brera scrive: “Non sa correre, non è un podista. Per me è un mezzo grande giocatore”. Poi lo chiama “abatino”, un termine settecentesco per definire un uomo elegante, ma fragile. In Nazionale prima litiga con Picchi (che preferiva il catenaccio) e poi comincia il dualismo con Mazzola (nella storia la famosa “staffetta” nella finale Italia-Brasile, ai Mondiali del 1970, con Rivera mandato in campo negli ultimi 6 minuti). Con la maglia azzurra gioca quattro campionati del Mondo, con il Milan vince campionati e Coppe Campioni. Nel film “Eccezzziunale… veramente”, per il personaggio Donato (Diego Abatantuono) è “il profeta del calcio mandato direttamente da Dio”. Quando smette diventa dirigente del Milan. Ma nel 1986 arriva Silvio Berlusconi. I due non vanno d’accordo. L’anno dopo, nel 1987, entra in Parlamento, con la casacca della Democrazia Cristiana. Aderisce al centro-sinistra e viene rieletto per altre tre volte.

Nel 2001 viene candidato alla Camera nel collegio Milano 1 proprio contro Berlusconi. Vince il Cavaliere. Poi, nel 2005, è ancora eletto al Parlamento europeo. Nel 2011, con grande sorpresa di tutti, sostiene Letizia Moratti (centro destra) alle elezioni a sindaco di Milano e forse porta a casa la sua più cocente delusione. I milanesi gli riservano soltanto 20 (venti) preferenze. Nel 2017, a 74 anni, si iscrive al corso allenatori e prende la patente. Non solo, due anni fa prende anche il patentino Uefa. ”Non è mai troppo tardi”, dice. Torna a far parlare di sé nel mese scorso. A Porta a Porta dichiara di non volersi vaccinare contro il Covid-19 e scatta la reprimenda di Bruno Vespa. Ma l’ex Golden Boy, anche stavolta, non poteva che andare contro corrente.