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GLI UNDICI METRI DELLA STORIA

DDD Story – Il calcio di rigore? Lo ha inventato un portiere

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La storia della "massima punizione"

Redazione DDD

di Luigi Furini -

Che cosa odia di più un portiere? Subire un calcio di rigore. Perché è difficile da parare. E chi ha inventato il calcio di rigore? Un portiere. Sembra un paradosso ma è così. Si inizia a giocare a calcio in Inghilterra attorno al 1860 e, per i primi trent’anni, il rigore (penalty) non esiste. Un fallo, anche commesso in area, viene sanzionato con una normale punizione. Però ci sono attaccanti che entrano a valanga sui portieri e difensori altrettanto rudi e violenti. Tanto, poi, la barriera veniva posizionata (a 9 metri) sulla riga di porta ed era difficile segnare. Poi, nel 1891, la svolta. Un difensore ferma la palla con la mano a un centimetro dalla porta. Punizione, barriera sulla riga e il portiere che respinge. Per questo, dall’anno successivo, si decide di cambiare. E’ William McCrum, portiere del Milford Everton, a lanciare l’allarme. Si riuniscono i vertici del calcio e si decide: la “massima punizione” sarà mettere un giocatore davanti al portiere (mentre tutti gli altri sono sistemati alle sue spalle) con il pallone a 12 yards (11 metri) dalla porta.

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Da allora, in tutto il mondo, sono stati tirati decine di migliaia di calci di rigore e su come calciarlo, a che velocità, su dove indirizzare la palla, ecc.. si sono espressi fisici, matematici, anche economisti. Però, per tenere più i piedi per terra, c’è mai qualcuno che ha sempre segnato i rigori? E c’è un portiere che li ha sempre parati? Grande rigorista era Marco Van Basten (56 gol su 59 rigori), un altro era Michel Platini (49 gol su 53 tiri). E Ronaldo (il Fenomeno)? Solo 58 gol su 63 rigori (con la percentuale che scende al 92%). Chi è andato molto vicino alla perfezione è stato Matt Le Tissier, storico giocatore del Southampton che ha messo in rete 47 rigori su 48 tirati (percentuale al 98%). E allora, alzi la mano chi li ha segnati tutti. Dal fondo si leva la manina di Ledio Pano, albanese, classe 1948 (ha smesso nel 2002) che i rigori li ha segnati proprio tutti. Cinquanta su cinquanta. Ok, dice uno, ma ha giocato solo in Albania e un po’ in Grecia. Sì, va bene, ma il rigore è sempre quello e così la porta (larga 7,32 metri e alta 2,44).

Poi c’è modo e modo di tirarli e qui il discorso si allarga. In Italia, ma solo da noi, si chiama “cucchiaio” il rigore battuto con tocco smorzato e centrale, al termine di una gran rincorsa che induce il portiere a tuffarsi su un lato. Il nome glielo ha dato Francesco Totti, nella semifinale Italia-Olanda agli Europei 2000, quando non sapeva come evitare l’enorme figura di Edwin Van der Saar. Ma non è Totti che ha inventato il “cucchiaio”. Il primo a tirarlo è stato Antonin Panenka, centrocampista della Cecoslovacchia nella finale degli Europei 1976 contro la Germania Ovest. I tempi di gioco finiscono sul 2-2. I primi tre rigori per parte vengono tutti segnati. Tocca al tedesco Hoeness che spara sopra la traversa. Quindi, per la Cecoslovacchia va dal dischetto Panenka. E’ un perito alberghiero di 28 anni che gioca nel Bohemians Praga. Lui i rigori li ha sempre tirati così: morbido e centrale, a foglia morta, ma il pur fortissimo portiere tedesco, Sepp Maier, non lo sapeva (allora non c’era la possibilità di vedere i campionati esteri in tv). Maier si tuffa da un lato e la palla entra piano piano al centro della porta. La Cecoslovacchia vince il suo unico Europeo. “Se avessi sbagliato – dice - mi mandavano a lavorare in fabbrica per 30 anni di fila”. Gli è andata bene, ma ha rischiato grosso.

 

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