RIUSCI' AD ABBATTERE I PREGIUDIZI

DDD Story – Il derby di Andrew Watson: il primo giocatore scozzese di colore durante l’era Vittoriana

TUTTI I DERBY DI MR WATSON
Un paio di giorni fa, la sua storia, celebrata da Google Doodle ci ricorda come il gioco del calcio sia in grado di abbattere pregiudizi secolari

Redazione DDD

di Salvatore Boemi -

Sono passati esattamente 140 anni da quando uno dei calciatori più conosciuti del suo tempo scrisse una delle pagine più influenti della storia del calcio.

Il suo nome è Andrew Watson

Nato a Georgetown, capitale della Guyana Britannica, da un ricchissimo proprietario di una piantagione di zucchero Scozzese, Peter Miller Watson nato a Dingwall (Scozia), e da Hannah Rose, originaria della Guyana, ed è proprio dalla Scozia, dove da quelle parti il calcio viene chiamato ‘Football’, che il celeberrimo Andrew divenne un simbolo per tutti gli amanti di questo sport. Fu il papà ed ex giocatore del Queen’s Park, squadre vincitrice di due Coppe di Scozia, a trasmettere l’amore per il Football al suo figliolo Andrew, che capitanò la Nazionale Scozzese alla conquista di vittorie storiche contro Inghilterra e Galles.

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La data che segnò l’ascesa di questo eroe popolare (popular hero) fu il 18 Ottobre 1884, quando in occasione indossando la casacca del Queen’s Park debuttò allo stadio New Hampden Park di Glasgow.

Gli inizi di carriera: Parkgrove & Queen'sPark

Cresciuto nelle trafila del Parkgrove Football Club, una delle squadre più antiche di Glasgow, dopo aver affrontato nel mentre la facoltà di matematica all’Università di Glasgow, il giovane Watson, giocatore e segretario del Queen's Park Football Club, che all'epoca era uno dei più grandi club della Scozia, ottenne tre vittorie in Coppa di Scozia in totale, giocando come ‘full back’, ovvero come terzino. E fu proprio in questo momento che la sua figura si consacrò, poiché il 6 Aprile 1880, l’allora 23enne Watson ebbe l'onore di essere reclutato dalla grande squadra scozzese dell'epoca: il famoso Queen's Park. Costituita nel 1867, il Queen's Park fu la prima squadra di calcio dell'Associazione scozzese che divenne pioniera della tattica del bel gioco, una specie di Tiki Taka ante litteram, dal momento che molti club facevano affidamento sulla strategia del pressing. Tale fu la loro superiorità, e la scarsità di avversari di qualità, che il club di Glasgow rimase imbattuto per i primi sette anni della sua esistenza, senza nemmeno subire un gol.

Nel 1881, Watson vinse la prima di tre Coppe di Scozia - giocando "ammirevolmente", secondo il quotidiano nazionale Herald - quando i Queen's Park sconfissero il Dumbarton 3-1 in finale. Il Queen's Park registrò un'altra vittoria della Glasgow Charity Cup - battendo i Rangers 3-1 - e la stagione 1880-81 divenne storica, dal momento che la prima, la seconda e la terza squadra del club sono rimasero tutte imbattute in 63 partite in totale, segnando 281 gol e subendo 44 reti. Versatile in campo, combinando il suo atletismo con una spiccata mente acuta per le imbeccate ai suoi connazionali scozzesi, in campo internazionale ed in campo nazionale, si trasferì ‘down South’ (in Inghilterra), per giocare per svariati club inglesi dove forgiò, anche lì, una carriera rispettabile e di successo, concordando inoltre con i vari club inglesi la possibilità di lavorare come ingegnere marittimo, senza mai dimenticare l’amore per la ‘Scottish Jersey.’

Lo storico derby contro l'Auld Enemy

Nella Nazionale Scozzese debuttò a Londra contro l'Inghilterra nel 1881, una partita in cui la squadra di casa (The Auld Enemy) venne sconfitta per 6-1 all'Oval, in cui Watson venne eletto migliore in campo, e le prestazioni convincenti di Watson si susseguirono nel Corso degli anni, sempre indossando la fascia da Capitano. Nella sua lungimirante carriera, con i suoi connazionali batterono il Galles per 5-1 ed ancora una volta l’Inghilterra per 5-1, rendendo il record internazionale di Watson di tre vittorie su tre contro Nazionali Britanniche. Nonostante il suo status finanziario e di alta caratura, non fu immune ad attacchi di matrice razzista dei tifosi scozzesi.

Un giornale molto famoso dell’epoca, lo Scottish Athletic Journal riferì nel 1885 che "sebbene in più di un'occasione fu sottoposto a volgari insulti da parte di giocatori splenetici (rabbiosi) e di cattivo umore, conservò uniformemente quel comportamento da gentiluomo", riuscendo ad abbattere tutti i pregiudizi e gli stereotipi che un giocatore di colore durante l’Epoca Vittoriana doveva affrontare, e Watson affrontò tutti questi pregiudizi rispondendo sul campo, a suon di eccellenti prestazioni, tanto da meritarsi il suo passaggio al calcio inglese, inizialmente muovendo i primi passi nel calcio Inglese con lo Swifts FC di Slough, nel Berkshire. La carriera pionieristica di Andrew Watson fu per moltissimi anni trascurata, e solo recentemente, negli ultimi anni, venne apprezzata la natura e la portata del suo prezioso contributo al mondo dello sport e del calcio in particolare, poiché nel 1880 ottenne venne incluso nella Nazionale Scozzese e fu il primo capitano di colore di una squadra internazionale, il primo giocatore di colore a vincere una grande competizione calcistica e il primo giocatore di colore ad apparire nella Coppa d'Inghilterra inglese con la squadra dell’Exeter.

Dopo la conclusione della sua carriera da calciatore, Watson si trasferì nel Surrey e lì morì di polmonite e arresto cardiaco nella sua casa di Kew l'8 marzo 1921 all'età di 64 anni, lasciando un'impronta nel mondo del calcio, elevando il suo status come uno dei più importanti calciatori che hanno mai calpestato il rettangolo di gioco. Lo status di Andrew Watson viene ancora ricordato come una delle figure più significative, non solo nel calcio scozzese, ma nel panorama del calcio mondiale, tanto da essere ufficialmente riconosciuto nel 2012 dalla Federcalcio scozzese, nella Scottish Football Hall of Fame.

 

 

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