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DDD Story – Il derby di Luis Figo

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Il derby di Luis Figo: dal Barcellona al Real Madrid, dalla testa mozzata lanciata sul campo al dito medio, storia di un trasferimento che cambiò la storia del calcio iberico

Redazione DDD

di Salvatore Boemi -

24 Luglio 2000, sull’asse Barcellona-Madrid va in atto il trasferimento più costoso dell’epoca, per 37 milioni di euro, Luis Figo vestì la casacca del Real Madrid di Florentino Perez, dopo un’estenuante trattativa estiva col direttivo del Barcellona.

Il campione lusitano e la sua mossa sbalorditiva: da Culé a Madridista da un giorno all'altro

In meno di poche ore, Figo si ritrovò da essere capitano del Barcellona al trasferimento nella Madrid degli acerrimi nemici, il Real, che da quella operazione diede l’inizio all’era dei Galacticos voluta fortemente dal presidente Florentino Perez. Corsi e ricorsi storici, il futuro venne tracciato da quel trasferimento, dal Barcellona al Real Madrid, I giganti catalani non accetteranno mai la decisione del loro ex capitano di tradire la maglia Blaugrana, con la quale Figo aveva festeggiato la vittoria del campionato con il Barcellona, lo stesso anno addirittura tingendosi persino i capelli con i colori del Club, e durante la quale, nei suoi cinque anni passati in quel del ‘Nou Camp’, il campione lusitano riuscì a vincere due scudetti, due Copa Del Rey e una Coppa delle Coppe UEFA, uno smacco che risulto troppo grande da digerire per gli ‘aficionados’ culé.

Il trasferimento a sorpresa che scosse il mondo del calcio Iberico

Piccolo preambolo: Luis Figo venne selezionato come obiettivo di alto profilo dal candidato presidenziale dell’epoca, Florentino Perez che riuscì a portare nel tempio del Santiago Bernabeu, il 27enne del Barcellona dopo un sondaggio con i tifosi del Club per chi si fosse rivelato l’acquisto più desiderabile per la squadra. Fu una mossa controversa, con Figo che aveva detto di aver firmato un accordo pre-contratto con il Madrid, alle condizioni che avrebbe dovuto trasferirsi se Perez fosse stato eletto. Chi furono colti di sorpresa non sapendo minimamente cosa stesse succedendo, furono i compagni di squadra di Figo al Barca, incluso il capitano del Club all’epoca Pep Guardiola, padrino di una delle figlie di Figo. "Ci ha sorpreso tutti", disse Francesc Arnau, che all'epoca giocava tra i pali del Barca. "C'era stato molto silenzio. Ma era proprio così che è il calcio, così è la vita. Uno va, un altro viene a sostituirlo".

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"La gente era arrabbiata", Non potevano capire. Nessuno glielo ha spiegato”, tuonò Josep Maria Minguella, storico mediatore che fu l’artefice del trasferimento di Figo dallo Sporting Lisbona al Barcellona nel 1995, così come i trasferimenti al Barca di Diego Maradona e Lionel Messi. La storia che Figo avrebbe potuto lasciare Barcellona per accasarsi a Madrid scoppiò per la prima volta il 6 luglio 2000. La figlia del presidente del Real Madrid Lorenzo Sanz, Malula, quel giorno sposò il difensore del Real Madrid Michel Salgado. Nel 1998, Sanz pose fine ai 32 anni di digiuno del club vincendo la Champions League, la grande ossessione del club, e raggiunse all’unanimità una seconda corona poche settimane prima a Parigi. A Madrid I giochi per le presidenziali furono pressoché chiusi, fin quando interruppe sulla scena il rivale di Sanz, Florentino Perez, che promise a tutto il direttorio madridista di portare Figo al Real Madrid disturbando i festeggiamenti del matrimonio, inducendo timore nei confronti di Sanz.

Da quello che riportarono all’epoca i media spagnoli, Perez aveva intervistato tutti i membri del Real Madrid all’insaputa di Sanz, chiedendo quale giocatore desiderassero di più se lo avessero eletto presidente, secondo di John Carlin White Angels, noto giornalista addentro al mondo madridista, la loro risposta fu Figo.

‘Era un fenomeno’ secondo l'ex capitano del Real Madrid Manolo Sanchis, Figo fu il suo avversario più duro, anche più di Maradona. "Ricordo prima che Figo arrivasse a Barcellona, ​​l'ho affrontato in una partita contro lo Sporting Lisbona", confidò Sanchis a Bleacher Report. "Era molto giovane, tipo 18 o 19, e nessuno lo conosceva. È venuto al Bernabeu e ci ha dato un 'bano', una bastonata. Ho detto: 'Chi è questo ragazzo?' Era un giocatore formidabile, una crepa". Perez si giocò la sua carta vincente, e si presentò davanti all’elettorato del Club affermando agli 83.697 membri del Real Madrid registrati per votare alle elezioni presidenziali che avrebbe pagato la quota associativa l’anno successivo se non avesse ingaggiato Figo.

Scacco matto, Perez riuscì con questa mossa ad incassare la fiducia dei membri del Real Madrid e si impegnò a riordinare le finanze del Real Madrid dopo che il club aveva perso 50 milioni di euro su un fatturato di 120 milioni di euro quell'anno. Quel trasferimento la storia del Real Madrid e di Florentino Perez, dalla sorpresa alla realtà, il campione portoghese approdò a Madrid.

23 Novembre 2002: La testa di maiale mozzata lanciata al Camp Nou

Figo tornò al Camp Nou quasi tre mesi dopo, questa volta come giocatore del Real Madrid. Le guardie del corpo furono incaricate di prendersi cura di lui. L'accoglienza fu tossica. All'interno dello stadio, i tifosi urlarono per tutta la durata della partita: "Die Figo!". Venne installato un fonometro dalla televisione spagnola Canal Plus che registrò livelli di rumore superiori a quelli di qualsiasi discoteca della città, secondo quanto riportato nel libro di Steve McManaman: Four Years with Real Madrid. Nella contestazione generale nei confronti dell’ex capitano, migliaia di fazzoletti bianchi svolazzarono al vento come in una corrida, creando un clima ostile nei confronti di Figo. Prima del calcio d’inizio, mentre si aggirava per il campo prima del calcio d'inizio, Figo si tappò le orecchie con le dita nel vano tentativo di bloccare l'odio verso di lui, ma il tentativò non andò  assolutamente a buon fine.

Durante la partita, gli piovve addosso di tutto, da missile a monete, cellulari, mattoni e una catena di bicicletta, persino una testa di maiale mozzata, che passò alla storia come ‘la cabeza de cochinillo’, mentre il numero 10 dei Blancos si apprestava a batter un calcio d’angolo. Il clima fu talmente ostile, che il fuoriclasse portoghese non riuscì comunque a battere il corner tanto che l’arbitro sospese la partita per 15 minuti e soltanto dopo il rientro dagli spogliatoi il portoghese riuscì a calciare dalla bandierina. La partita finì 0-0 con poche occasioni da gol ma nessuno mai dimenticò quel match, consegnato agli annali come lo 'scandalo del Camp Nou'. In un momento significativo dopo il fischio finale, però, tutti i giocatori del Barca cercarono Figo per un abbraccio.

"Non mi importava molto dell'atmosfera", Il calcio è uno sport. Le cose non devono oltrepassare i limiti dello sport, C'è rivalità, ma questa rivalità non dovrebbe spostarsi dal regno dello sport alla violenza’, replicoò uno stizzito Luis Figo a domanda di alcuni media spagnoli sull’atmosfera vissuta durante tutto il match. Da quel momento iniziò l’era dei ‘Galacticos’ del Real Madrid, dal capostipite Figo, ai vari Raul, Beckham, Roberto Carlos, Ronaldo, Casillas, Zidane, la squadra di Vicente Del Bosque, costruita da Florentino Perez riuscì ad entrare di diritto nell’immaginario collettivo di tutti gli appassionati del mondo del calcio. Parola d’ordine? Qualità.

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