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GLI JUVENTINI SI DIVIDONO

IL DERBY DELLA SETTIMANA – Juve, l’eterna spaccatura tra le fazioni della tifoseria bianconera

TURIN, ITALY - JANUARY 06: Fans of Juventus during the Serie A match between Juventus and Cagliari Calcio at Allianz Stadium on January 6, 2020 in Turin, Italy. (Photo by Chris Ricco/Getty Images)

La sconfitta della Juventus contro il Porto di mercoledì sera ha nuovamente alimentato le faide interne alla tifoseria bianconera

Consuelo Motta

Si salva solo il risultato, più o meno. La Juventus subisce due gol pesantissimi dal Porto nei primi secondi del primo e del secondo tempo, poi una lieve ripresa nell’ultima parte di gara con il gol di Chiesa che tiene vive le speranze d’accesso ai quarti di finale di Champions League. Ebbene, la prestazione degli uomini di Pirlo è bastata a rompere l’idillio degli ultimi tempi tra le varie fazioni della tifoseria.

 I derby della settimana nella rubrica di Consuelo Motta

Se la sconfitta contro il Napoli era stata liquidata con l’errato pensiero “siamo già concentrati sulla Champions” la semi-debacle arrivata mercoledì sera ha risvegliato anche l’animo più sopito della tifoseria bianconera. Tifoseria che si divide in fazioni ben distinte: le vedove di Conte, i nostalgici di Allegri, i “quasi quasi era meglio Sarri”, i teorici del calciomercato sbagliato, e infine quelli del progetto CR7. Ognuna di queste fazioni ha, ovviamente, un suo condivisibile perché, ma ha anche una visione limitata rispetto ad un quadro completo di eventi e situazioni.

Le vedove di Conte fanno parte di quella fazione che elogia la “garra” sopra ad ogni altra possibile qualità tecnico-tattica della rosa. La caratteristica attualmente predominante è quella di elogiare l’Inter anche quando elogi non merita. Poi ci sono i nostalgici di Allegri, quelli del “ma quando scendeva in campo la squadra di Allegri chiunque aveva paura”. I facenti parte di questa fazione elogiano l’approccio tattico alle gare e l’attitudine camaleontica di ruoli e personaggi, vedi Juan Cuadrado.

Poi troviamo i “quasi quasi era meglio Sarri” che almeno ha vinto lo scudetto, aggiungerebbero. Questa fazione lamenta la gestione tecnica e societaria attuale, lasciando altresì trapelare evidenti rimpianti nel ripensare alla figura del tecnico con la tuta e il mozzicone. Si continua con la fazione dei teorici del calciomercato sbagliato, quelli del Paralisi invece di Paratici, quelli del “ma un centrocampista quando lo compriamo?”. Questi ultimi non sono mai contenti, provano instancabilmente a scorgere uno spiraglio tra cosa si potrebbe e cosa non si potrebbe fare, ottenere, acquistare.

Gli ultimi sono quelli del progetto CR7, quelli che continuano a chiedersi perché Agnelli abbia pagato e stia ancora pagando fior di quattrini Ronaldo per poi circondarlo di gente nuova e allenatore alle prime armi. Sono quelli che si chiedono anche: ma questa sorta di ricambio generazionale, di nuovo progetto, era già in mente quando CR7 è arrivato a Torino, o è successo tutto un patatrac con Allegri, un patatrac con Sarri, un patatrac di genuflessioni ad un inesistente teoria del bel gioco e quindi ci ritroviamo a questo punto?

Una cosa da mettere in chiaro però, la si trova abbastanza in fretta: la Juventus è ancora in corsa su tutti i fronti, è ancora la migliore difesa della Serie A (è l’unica squadra ad aver subito meno di 20 gol), ha ancora una partita in meno in campionato, e più in generale su 33 partite disputate fino a questo momento in stagione vanta ben 21 vittorie (7 pareggi, 5 sconfitte).

Godiamoci il folklore delle fazioni, ma i conti, cari amici, si fanno sempre alla fine. Però ammetto che sarà interessante scoprire chi avrà avuto ragione.

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