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CAPU…T DERBY – Maradona, Ferlaino e il rosso di Napoli

La rubrica di Giovanni Capuano

Opinioni e approfondimenti

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Se questo fosse un Paese normale, a un uomo di buona cultura come Corrado Ferlaino, già presidente del Napoli di Maradona, non verrebbe mai in mente di rispondere a una considerazione uscita male sulla morte del Pibe de Oro usando il bazooka. E se anche quella frase gli uscisse di bocca, avrebbe poi la freddezza e la lucidità di chiedere scusa così come ha fatto Antonio Cabrini, cercando di spiegare il suo "se Maradona fosse stato alla Juventus oggi sarebbe vivo". Invece no. Ferlaino ha detto che se Pessotto avesse giocato a Napoli non avrebbe tentato il suicidio abbassando ulteriormente il livello del dibattito intorno al calcio e ai suoi protagonisti. E poi, senza scusarsi, ha liquidato il tutto sostenendo la tesi dell'equivoco e annunciando di averlo chiarito con il "dottor Pessotto".

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Una vergogna. La frase di Ferlaino, le mancate scuse e che nessuno abbia sentito l'esigenza di alzare la mano e dire che no, non tutto è lecito e possibile. Nemmeno nel mezzo di una polemica. Insomma, se l'ex presidente non era in grado, magari che avesse avuto vicino un amico o un buon consigliere in grado di farlo ragionare e di fare la stessa operazione con chi quella frase l'ha recepita, presa, rilanciata e magari ci si è anche identificato sentendosi protetto e legittimato nel suo odio sportivo e territoriale. Perché è chiaro che a parti invertite le reazioni sarebbero state differenti e molto, molto più forti.

Due torti non fanno una ragione, ma mentre Cabrini è stato criticato e ha provato a spiegarsi, per Ferlaino e le sue parole da Napoli sono arrivati solo applausi. Ed è un vero peccato, oltre che una vergogna, perché la morte di Maradona ha davvero unito tutti compresi gli antichi avversari. C'è poco da stupirsi, però, ed è una considerazione amara. In un Paese normale non solo quella offesa sarebbe stata risparmiata o ritirata, ma non si sarebbe dovuto attendere un allenatore di calcio per dire alla gente che, pur comprendendo il lutto e la necessità della sua elaborazione, certe scene di assembramenti senza mascherina ostentati a favore di telecamera non potevano essere accettabili. Invece a Napoli è successo anche questo. Ci ha dovuto pensare Gattuso, reso un gigante dall'ignavia di governatori e sindaci più attenti evidentemente a non urtare la suscettibilità del proprio elettorato piuttosto che a fare il loro lavoro di tutori dell'ordine e della salute pubblica. Anche nei giorni della morte di Maradona.

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