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ORDINE DEL…GIORNO – Il post derby di Milano come le notti delle mazzate elettorali: superiorità antropologica e sentenze…

La rubrica settimanale di Franco Ordine

Le reazioni alla vittoria rossonera...

Redazione DDD

di Franco Ordine -

È molto istruttivo osservare i comportamenti post derby per leggere il carattere di una tifoseria e in generale della tifoseria italiana. Prendete l’esito del derby di Milano con Lukaku che sbava, a pochi attimi dalla sirena, il gol del possibile 2 a 2 dopo averne mancati, per centimetri, altri due probabilmente. Nemmeno il tempo di spegnere le luci di San Siro ed ecco il banco degli imputati allestito nel piazzale dello stadio dinanzi al quale vengono chiamati in successione Kolarov (per il rigore provocato e la distrazione sul secondo sigillo di Ibra), Conte, il mercato interista, lo schieramento tattico troppo offensivo, il maledetto Covid che ha tolto di mezzo Bastoni e Skriniar e chissà cos’altro ancora.

A notte fonda, mentre scorrono le immagini di moviole sparse nelle diverse tv, ecco la seconda puntata. Questa volta il dito è puntato contro l’arbitro che ha sorvolato sul pestone di Kessiè a Hakimi: “è da rosso diretto” sentenziano i Carlo Sassi improvvisati. Infine tocca a Calabria, reo d’aver alzato il dito medio contro qualche insulto rimediato a fine partita. “Va punito, bisogna squalificarlo, intervenga la prova tv” aggiungono inviperiti e ancora avviliti. Ecco: questo è lo scenario più classico del tifo all’italiana che somiglia molto, da lontano, a quel sentimento di superiorità antropologica denunciata negli anni dalla sinistra italiana dopo una mazzata elettorale.

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