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TACKLE DURO – Il derby dei media tra la giustizia sportiva finita e gli allenatori che se ne vanno

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Il patteggiamento della Juve chiude la bocca ai complottisti, si accetta una pena senza fiatare perché tanto va bene così: il problema per il club è Allegri, che non se ne andrà come Mourinho o Spalletti
Redazione Derby Derby Derby

di Roberto Dupplicato -

La notizia che oggi campeggia su tutti i quotidiani non era nell’aria, non era scontata e infatti è successa solo una volta nella storia. La giustizia sportiva scende a patti, 17 anni dopo Calciopoli salva la Juve dal ritorno in B e scrive una pagina inedita di quel che nell’aula possa succedere. Ovvero la diplomazia. Già la seconda condanna sul primo filone puzzicchiava di accordo: la Juve aveva preso 15 punti, però ne avrebbe accettati 5: alla fine, puff, sono stati 10. Perfetta via di mezzo, ottimo lavoro del club Juve, ma non parlate più di giustizia sportiva, quella da oggi è un circolo di conversazione dove la certezza della pena viene meno.

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Ceferin non potrà fare nulla e l’Italia fa sistema per garantire il suo prodotto: sia chiaro, è ovvio che la Juve faccia bene alla Serie A se parliamo di introiti da diritti tv, però non si può non notare come anche a livello di immagine l’operato di Agnelli è una macchia che non si laverà, avere un allenatore che si lamenta per i 10 punti tolti in classifica senza dire una parola sull’operato della vecchia dirigenza considerata Sleale, è triste e diseducativo: se la Juve di Macs ha 59 punti la colpa è di Agnelli, non di chi gli ha dato la penalità.

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In tutto ciò è molto interessante notare che i giornalisti abbiano mollato Allegri. Pure gli storici della carta stampata che quando vinceva scudetti contro l’Inter di Jonhatan e il Milan di Constant e Mesbah lo esaltavano a guru mondiale al pari di Mourinho e Ancelotti, oggi lo criticano. Questo vuol dire che quando chiamano a Torino i dirigenti non difendono più acciughina, aprendo le gabbie dei commenti sgangherati di chi fino all’altro ieri idolatrava Allegri. Che vergogna, questo non è cambiare idea, Bucciantini e Adani parlerebbero di Servilismo, e Caressa direbbe che è una parola usata spesso male.

Fatto sta che su Repubblica, quotidiano di Casa Elkann, si è letto che la Juve vuole le dimissioni di Allegri, cosa che non sarebbe possibile visto il grande ingaggio che Macs ha strappato ad Agnelli anni fa: ma perché uno che guadagna 7 milioni più bonus dovrebbe dimettersi? Dopotutto lui, visto che la stagione andava male, ha comunicato a tenere in panchina Paredes e Mikik per dire “avete visto? Ho solo Miretti e Fagioli”. Intanto ha litigato con Vlahovic, Chiesa, Szczesny, Paredes, Di Maria e Bonucci, per quello che si sa. Due anni disastrosi a zero titoli e lui che dice “potevo andare altrove per vincere subito”, indicando l’Inter, praticamente ha insultato Madama e la sua storia, con parole che sanno di addio, ma pagato, non gratis.

In tutto ciò Spalletti e Mourinho sono all’addio, Luciano verosimilmente tornerà tra papere e campi per un anno sabbatico, Mou è il nome fatto per il futuro del PSG e vorrebbe vincere l’Europa League con la Roma per regalare una gioia a un popolo grande, generoso, che purtroppo per chi tifa giallorosso ha vinto molto poco nella sua esistenza. Mou ha vissuto in città, zona Parioli, l’ha vista e l’ha capita in due anni. Oggi Roma è letteralmente in apnea: coi laziali che gufano e tifano Siviglia e coi romanisti che vorrebbero svegliarsi giovedì mattina e sapere com’è andata. Pronti a scendere ancora per strada, non tanto per festeggiare la coppa, quanto per salutare Mou.

Inzaghi alla fine si è guadagnato la riconferma: da gennaio all’Inter hanno capito che il Napoli aveva preso il largo e quindi hanno ricalibrato la preparazione fisica e hanno regalato al mister ex Lazio una squadra tirata a lucido ed esplosiva, con quel bel problema di scelte tra Dzeko e Lukaku (meglio partire col Cigno di Sarajevo e cambiare marcia con i kg di Romelu a gara in corso) e con tutti presenti a centrocampo. Il City ha già perso una Finale di Champions, difficile pensare che ricadrà di nuovo prendendo sotto gamba un altro appuntamento del genere. Però, godiamoci questa settimana che arriva dopo due mesi stupendi di calcio europeo: visto che non ci capita proprio ogni anno di arrivare in Finale in tutte le competizioni.

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