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AGNELLI-ALLEGRI SEMPRE AMICI

TACKLE DURO – Il derby dei media su Allegri che ha già sostituito Pirlo

In una giornata si celebra lo storico scivolone interno col Benevento della Juve e il ritorno di Max in tv: il livornese non esclude un grande ritorno e Pirlo trema. Cosa gli succederà al primo pareggio nella prossima stagione?

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

“Non escludo il ritorno”. Lo cantava Er Califfo, lo citò Spalletti prima di andare all’Inter ed è quello che Max Allegri ha fatto intendere al Club di Sky quando gli hanno chiesto se ri-allenerebbe la Juve. Certo che “il calcio è stvano, Beppe!”. La sua presenza a Sky era in agenda ma - davvero - tutto si poteva immaginare tranne che si sarebbe trovato a commentare un clamoroso 0-1 della Juve a Torino (bastava già l’eliminazione col Porto su cui sghignazzare, no?). Pippo Inzaghi che batte Pirlo, poi, per l’Allegri dei tempi del Milan sarebbe stato sublime, per quello di spettatore e commentatore di oggi è come un buffet da matrimonio. E Max banchetta. Accipicchia se banchetta. Pirlo e i giochisti vengono trattati come dervisci che camminano scalzi per strada. Grasse risate sulla costruzione dal basso. Non prima di un esordio da showman consumato “è du anni he non parlo, speriamo di non dire throppe hazzate!”. E poi una serie di luoghi comuni e banalità che annoierebbero un tronista da tatuaggio “resilienza” sul collo. Ma dette con una simpatia da guascone irrefrenabile: sotto Fiorello ma meglio di Amadeus. Allegri si prende la scena, si diverte, si dilunga e alla fine si ritrova gli juventini in pugno come quando Russel Crowe ne Il Gladiatore gasava il pubblico del Colosseo ergendosi a Re di Roma. Quella panchina era sua, e avrà la sua vendetta.

 Tackleduro: la rubrica

I giornali del lunedì si “perdono” un po’ di Max perché con lui il club arriva fino all’una meno dieci. Max spacconeggia sul “calcio semplice” e racconta che il mestiere dell’allenatore “non si può spiegare” facendoci emozionare come neanche Tiziano Ferro. Poi mister “non toccatemi Marione Mandzukic” ci dice, in evidente dissonanza cognitiva, che però impazzisce per i “giocatori tecnici” (a chi non piacciono?) e che “nel calcio, come nella vita, serve equilibrio” (nessuno dice il contrario). Frasi da influencere da hashtag #Enjoy che però, con quell’accento da livornese di scoglio, risuonano come Veritá da scolpire nella pietra. E gli juventini, da anni divisi in varie correntoni stile partito democratico, si ritrovano tutti allegri in un girotondo nostalgico sul web: Max, ritorna! Salvaci tu! Lui va elogiato perché riesce a non scoppiare a ridere mentre dice che “Pirlo sta facendo bene” ma parliamoci chiaro: cosa succederà se quest’anno lo Scudetto sfuggirà davvero e l’anno prossimo alla terza giornata la Juve pareggerà in casa, per esempio, col Monza? Il fantasma di Allegri aleggia già oggi su Pirlo. Cosa fare, quindi? Cambiarlo a fine stagione e richiamare Allegri? Un grande ritorno di Mr “DuefinalidiChampions” in stile Lippi Bis, magari con un nuovo Scudetto da vincere più o meno il 5 maggio 2022: la sceneggiatura c’è già.

Qualcuno dice che si dovrebbero ricucire i rapporti personali e la fiducia con Paratici e Nedved. Max ha vissuto quasi come un’onta la sostituzione con Sarri: mica un fico come lui! Il famoso “se non vinci mai ci sarà un motivo” nella conferenza di congedo che Max proferì accanto ad Agnelli, secondo tutti, era proprio diretto a Sarri. Lui nega ma il fatto che al suo fianco ci fosse il presidente che, invece, non era accanto a Sarri nella conferenza di benvenuto in bianconero, non è stato un dettaglio notato da pochi. Non è un segreto che Agnelli e Allegri siano amici. E tutti i giornalisti italiani sanno che Andrea Agnelli ha il timone del club in mano, non teme scelte clamorose e impopolari (come quando chiamò Allegri dopo Conte) e ha saputo ammettere di aver cambiato idea per scelte manageriali (come quando confermò Allegri subito dopo l’Ajax per poi salutarlo un mese dopo). Già, l’Ajax... finita l’ubriacatura da Max, va ricordato come Allegri, che la Champions nel 2018 la poteva vincere davvero ma fu tradito da Benatia, non sia stato capace di andare avanti in Europa con CR7. Che gli dedicò un gesto della carta igienica in diretta interplanetaria e sul quale domenica, il conte Max, si è preso la rivincita. Rispondendo alla domanda del secolo gli hanno strappato un Messi è “più forte”, Ronaldo è “più grande”. Ciao Cris, tutto bene? Salutami tutti, un abbraccione.

E Pirlo? Parla e ci spera. Ma senza i risultati gli tocca attaccarsi a una comunicazione per tifosucci: ed è così che un monumento del calcio italiano si sta sgretolando davanti ai microfoni, mixzone dopo mixzone, con mezze frasi ed espressioni poco convincenti tipo “Inter fortunata” (Juve-Napoli ad aprile è quindi, inversamente, sfortuna: Juve danneggiatah!). Con le voci di esonero quel soprannome “il predestinato” suona come un presagio sinistro, più che come un dialogo preso da Matrix tipo “hey, ecco l’eletto”. Magari il “prescelto” sarebbe stato più azzeccato, visto che fu preso per l’under 23 e definito “il nostro Guardiola” proprio da Agnelli quando Sarri era ancora l’allenatore della Juve. Con due settimane di sosta le voci contro Pirlo potrebbero essere ripetute fino allo sfinimento, già sui giornali si parla del Maestro poco presente (su Il Giornale leggiamo che “sia soprattutto Baronio a gestire gli allenamenti”) e di quanto difficile sia l’avvicendamento in panchina con Allegri. Difficile. Ma non impossibile.

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