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IL GRANDE ASSIST DI CANCELO INFIAMMA IL DIBATTITO

TACKLE DURO – Il derby dei media su Allegri e João Cancelo

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Usato male da Allegri ed esaltato da Guardiola, il laterale portoghese ha fatto un assist di trivela che ha mandato in tilt i social e ha riacceso il rimpianto di una parte di tifosi bianconeri

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Nell’eterna ricerca dell’equilibrio vincente tra giochisti e risultatisti, coi blocchi contrapposti italiani in trincea per la sfida Sarri-Allegri, João Cancelo sfodera un assist per Sterling che manda in orbita il City di Pep Guardiola e infiamma il web bianconero, con molti utenti di forum e social che rimpiangono quell’esterno che avevano in casa e che adesso vedono giocare a Manchester: 6 assist in 18 gare in stagione più svariati key pass. Se poi gli aggiungiamo che fu scambiato con Danilo, giocatore di grande concretezza ma oggi fermo ai box per due mesi, the heat of the moment diventa decisivo per far ripiombare una parte di tifoseria nello psicodramma distopico “se mi lasci ti Cancelo”. Va detto che il calciatore gradisce la sua attuale collocazione e non ha mai espresso rimpianti sui tempi di Torino, ma si parla di calcio e quindi di tutte le possibilità...

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Il dibattito che ci interessa è quello fra Joe Kisti e The risulta-theesty. Memo per i superficiali: quello del “gioco” non è una moda che aveva portato Sarri in Italia nel 2018. No: è proprio un’indicazione generale che arriva dagli ultimi anni di calcio europeo. Oggi per vincere i campioni non bastano più, oggi per vincere servono i campioni, serve un’organizzazione tattica bilanciata ma offensiva, perché vince chi prova a vincere. Chiedere a Klopp, Tuchel, Mancini all’Europeo. È l’evoluzione, bellezza…Così, mentre oggi Sarri naufraga in inutili polemiche dopo il 2-0 subìto da Allegri, che si è tolto la soddisfazione di vincere con più di un gol di scarto per la prima volta in stagione proprio contro l’allenatore che lo ha sostituito alla Juve, il partito dei giochisti può godere con e per João: simbolo del talento applicato agli schemi offensivi. Lele Adani twitta il video del mega assist del portoghese scrivendo “João Cancelo e il limite di non ‘saper difendere’”. Sfottò a Max?

Ricorda la storia di quando Capello a Madrid si ritrovò in regalo da Hodgson Roberto Carlos. “È indisciplinato tatticamente, come terzino sinistro preferisco Pistone” la frase - sedondo la leggenda - attribuita all’inglese che accompagnò il trasferimento del brasiliano dall’Inter alla corte di Don Fabio. “Non difende? Basta chiederglielo”, disse sarcastico l’allenatore triestino mentre si godeva uno dei laterali più forti e decisivi della storia del calcio. Ma anche in quel caso decise il club, non l’allenatore. Oggi Cancelo non è più un terzino, cosa che forse non è mai stato, ma è tatticamente molto più di un laterale e ha saputo indirizzare le gare con delle giocate anche da trequartista. E se, per ridere alla scorreggiona, qualche buontempone fa rimbalzare sul web uno spezzone tra Caressa e Bergomi al Senza Giacca di anni fa, il consiglio è di non farsi ingannare: è troppo facile per la logica social riproporre “39 milioni per Cancelo? Tienitelo”. Non vale, “era tutta un’altra stagione politica, dai!”. Era un altro giocatore e la sua evoluzione tecnico-tattica è impressionante, e può vincere ancora tanto.

Cancelo è però lo stesso il simbolo del partito degli anti Allegri, non perché a Mister Gabbione si imputi la partenza di João: l’allenatore non fa il mercato alla Juve. E neanche perché con Max il portoghese non giocasse: 35 gare con 1 gol e 6 assist nel 18/19. Il problema è DOVE giocava: bloccato dietro, lontano dall’area, disinnescato o comunque non sfruttato al meglio per offendere e creare gioco. Se hai Cancelo ne devi fare un’arma in più per far gol, non stressarlo in difesa, che non è il suo punto forte e lo esponi a voti bassi e figuracce in marcatura… Dani Alves e Cancelo out, De Sciglio e Danilo in: questa è la strada del cortomusismo. “Per qualcuno non era buono”, twitta Pistocchi, e il dibattito si ri-infiamma. Ma Cancelo sta diventando così forte e decisivo anche e soprattutto perché da un paio di stagioni Pep Guardiola lo sta plasmando come il Dio del futbol comanda. Non è un dettaglio, avrebbe acquisito questa maturità a 28 anni anche allenato da Allegri o Spalletti? Probabilmente no. Quindi la differenza non è solo Candelo. È il Guardiola col suo giochismo che ci sta dando questo Cancelo, e con Cancelo e il giochismo hai più probabilità di vincere.

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