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CR7 L'AMLETICO, MA NON TROPPO....

TACKLE DURO – Il derby dei media su CR7 in panchina

UDINE, ITALY - AUGUST 22: Cristiano Ronaldo of Juventus scores his team's third goal before the referee disallowed it during the Serie A match between Udinese Calcio v Juventus at Dacia Arena on August 22, 2021 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

La scelta di Allegri e le tante versioni sull’esclusione del Re a Udine scatenano il dibattito mediatico sul futuro del portoghese: resterà alla Juve da separato o riuscirá ad andarsene?

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Quando siamo venuti a sapere che Cristiano Ronaldo avrebbe cominciato in panchina la sua stagione, come non gli capitava da 18 anni, tutti abbiamo pensato che il portoghese sarebbe stato ceduto. Sky Sport twittava la prima versione dei fatti: “Ronaldo avrebbe chiesto di restare fuori”. Una decisione in linea con la volontà di andare via. Però su Dazn arrivava Nedved a parlare di “scelta condivisa” e a fine partita lo stesso Allegri ammetteva, con voce flebile e tremolante, che la scelta era stata sua e, quindi, tecnica. Su La Repubblica leggiamo che tutto questo è vero perché Allegri è “l’unico allenatore che vuole trattare CR7 come gli altri”. Un po’ come si parla alle riserve: “Comincia dalla panchina e poi nel secondo tempo ti mando in campo”. Un trattamento alla Kaio Jorge che Cristiano doveva aspettarsi anche come regolamento di conti per l’intervista del portoghese di un anno fa a France Football, il giornale che assegna il Pallone d’Oro. Eh già, perché quella volta il Re aveva sbertucciato Sarri usando però l’allenatore della Lazio come clava per colpire acciughina. Dipingeva Sarri come un “Ufo” però tecnicamente e tatticamente più preparato di Allegri.

 Tackleduro: la rubrica

E se questa’intervista in francese in Italia è passata inosservata (chissà perché?) ci sono i gesti universali compresi da tutti, dalle Figi a Torino passando per Buenos Aires e San Diego: come quando, eliminati dall’Ajax in Champions, CR7 fece alla panchina il gesto del pannolino o della carta igienica, se volete. Una smutandata mediatica in mondovisione che Allegri, evidentemente, non ha ancora scordato. Scena che ha ricordato su Pressing Riccardo Trevisani, colpo Mediaset nel mercato estivo dei giornalisti. Come se non bastasse in questi mesi sui giornali sono uscite spesso dichiarazioni di Allegri che avrebbe detto ad Agnelli “Cristiano frena la crescita di club e squadra”.

Sabato l’agente Branchini ha spiegato su Radio Deejay come CR7 abbia subìto la botta di Messi a Parigi, realizzando come per fare colpo sul mondo Al Khelaïfi abbia scelto l’argentino e non lui, tanto che questo restare fermo di fronte al trasferimento del secolo lo avrebbe fatto litigare anche con Jorge Mendes. Il problema per CR7 è però doppio: il suo ingaggio da 31 milioni netti e il suo “costo” di circa 30 milioni, perché la Juve vorrebbe cederlo per risparmiare sull’ingaggio ma senza fare una minusvalenza a bilancio. In tutto questo scalpita anche Dybala, perché la Joya potrebbe beneficiare di qualche spicciolo che potrebbe cadere dall’aereo privato che porterà via Cristiano dall’Italia.

Ma dove? E soprattutto quando? Visto che è fine agosto, i campionati sono cominciati, al PSG hanno speso per Leò, al City Guardiola vuole Kane o al massimo Lewandowski e, col Real di Ancelotti che lo ha recentemente rifiutato, le piste per Mr un pallone d’oro in meno di Messi (forse 2 a gennaio) si riducono a Bayern, se parte il polacco e un clamoroso ritorno a Old Trafford. Bavaresi e United non hanno fatto offerte reali ma sono gli unici club che potrebbero permettersi Cristiano Panchinaldo. Dalle colonne del Corsera Sconcerti si mostra stupefatto di come la Juve si sia fatta scoppiare il caso mediaticamente in faccia: “C’è stato tutto il tempo - leggiamo - per risolverlo prima, ora pesa su tutto l’ambiente”. Alla prima doppietta tutto verrà dimenticato, ma il bonifico reale dovrà essere versato comunque.

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