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TACKLE DURO – Il derby dei media su Mourinho esonerato

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Il terzo anno alla Roma del portoghese è finora un incubo, su di lui le voci di un esonero e l’ombra di Daniele De Rossi, che nella capitale è un monumento.
Redazione Derby Derby Derby

di Roberto Dupplicato -

Era arrivato accolto come un imperatore anche se ancora non aveva vinto nulla ma dopo il primo anno le immagini della folla giallorossa in tripudio con Mourinho che festeggiava e aveva alle spalle il Colosseo hanno fatto il giro del mondo. Il trofeo era arrivato. Poi però la sua parabola ha preso una brutta piega e oggi il suo nome è sui giornali con accanto la parola esonero. C’è Daniele De Rossi che incombe, ha guidato la Spal in B senza fare miracoli ma al timone della Roma potrebbe essere il comandante di vascello che tiene la barca in queste acque in tempesta. Il mito di Mou oggi rischia di affondare, ma non è tutta colpa sua.

Il mancato accesso alla Champions

Zaniolo se n’è andato e alla fine non ha fatto chissà quale salto di carriera tra Galatasaray e Aston Villa (anche se a Birmingham sognano la Champions) e senza di lui la Roma alla fine in Europa non ha vinto. È vero che con Taylor e quella maledetta finale ai rigori persa in quel modo restano nell’ippocampo, però da lì non ci si è più ripresi. Mourinho è andato davvero vicino a scrivere la storia, ha grattato il cielo ma poi è finito per urlargli contro come canta Ligabue. E in questo calcio risultatista dove lui ha tenuto la Roma in terza posizione quasi fino alla fine del campionato scorso, non gli hanno perdonato di aver perso la finale di Europa League e quindi di aver mancato l’accesso alla Champions. Nonostante questo da Friedkin è arrivato Lukaku, ma il mercato di tiago Pinto, che infatti adesso lascerà, è stato sbagliato con i flop di Sanchez e Aouar. Così dopo il 2-0 sul Napoli ecco le sconfitte con Juve e Milan, oltre all’eliminazione in Coppa Italia.

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La squadra è nervosa, sente che la stagione può sgretolarsi e protesta, avrà di nuovo il Feyenoord in Europa e vuole dimenticare l’incubo Lazio di Sarri, che nei derby di Roma lo ha battuto spesso e pure volentieri. Mancini è agonisticamente esuberante e si impegna ma non dà garanzie da vertice. Zalewski è in involuzione, Lukaku segna ma non riesce a spostare gli equilibri e Dybala quest’anno gioca meno. Così tra i migliori c’è spesso Cristante e finisce che il risultato è una classifica dove il quarto posto è sempre più difficile.

Non è tutta colpa di Mou e anzi per lui fanno i sold out e su di lui sta girando Netflix. Ma il rinnovo per lui non è ancora arrivato e anzi non se ne sarebbe proprio mai parlato. La dolce vita Felliniana e i fontanoni di un Paese che non ha più campanelli ci dicono che però uno come Mou potrà essere sostituito ma non lo puoi affondare mai come il Titanic. Nessuno mette Josè in un angolo, nemmeno se lo esonerano.

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