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MEDIA E ALLENATORI

TACKLE DURO – Il derby dei media su Pirlo e Sarri

TURIN, ITALY - AUGUST 01: Head coach of Juventus Maurizio Sarri sits in the stands during the Serie A match between Juventus and  AS Roma at Allianz Stadium  on August 01, 2020 in Turin, Italy. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

L’impietoso confronto tra i due allenatori infiamma il dibattito su giornali, radio e tv: ma gli errori del Maestro sono nascosti da quelli della società, e una vittoria in Supercoppa cambia tutto.

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Per gli amanti del calcio l’ultimo Inter-Juve era stato un monumento al bel gioco applicato alla tecnica dei calciatori. Maurizio Sarri vinceva a San Siro dominando l’Inter come mai si era visto e con il gol della vittoria arrivato dopo 24 passaggi. Partita strepitosa e indimenticabile. Quella Juve c’è ancora, nel senso che Pirlo si è ritrovato una squadra che ha imparato a palleggiare e ogni tanto la sfrutta. Ma quella squadra non c’è più. Nel senso che Sarri sapeva usare Dybala e Bentancur, esaltava CR7 e vinceva dominando. Cose che oggi in campo sono sparite. Ma indossava la tuta e quindi...

Tackleduro: la rubrica

Non è una battuta. Quando La Gazzetta raccontò di Pirlo titolò “Torna lo stile Juve”. Il cambio di approccio mediatico fu trasversale e il messaggio venne trasmesso su tutti i canali. Ulivieri lo vedeva già un “top”, Lucescu e Prandelli rilasciavano interviste. Crespo e tanti altri a esaltarlo. Cosa non successa a Sarri.

Purtroppo la stampa risente dell’influsso social: quello è territorio di “bestie” algoritmiche e così ci siamo ritrovati il titolo hasthag “Sarriout” quando la Juve perdeva. Ma se perde Pirlo la critica è a 360º e interrogativa: “Juve dov’eri?”. Doppiosarrismo, l’allenatore campione in Europa League veniva esposto alle critiche. Pirlo è stato presentato da Agnelli, e quindi alla fine viene forse sempre un po’ tutelato.

Piccole differenze, come nel mercato. Ah se avessero dato a Sarri Chiesa e Kulusevski... Oggi forse è chiaro che facesse le nozze coi fichi secchi, nel senso che usava gli ex calciatori Matuidi e Higuain e dominava anche il Napoli, che invece domani sembra invece il favorito per la Supercoppa di Reggio Emilia. Arbitra Valeri, e sui social è un tripudio di riferimenti a quel precedente in Coppa Italia con Reina che andò ai microfoni Rai a dire “sono incazzato, tutta Italia ha visto”. Solite polemiche, diranno quelli che ogni volta dicono così, pensando in questo modo di buttarla in caciara, quando invece le immagini sono lì e la storia parla chiaro.

Pirlo si gioca il primo trofeo contro Gattuso e tutti sappiamo che i due ex compagni da allenatori non si sono mai affrontati, visto che la Lega non ci ha ancora fatto sapere quando ha intenzione di far recuperare la gara di campionato. Se Andrea batte Ringhio, però, la stagione della Juve può ancora svoltare. CR7 è pronto a sbocciare tra un mese, quando torneranno le notti di Champions e le sue motivazioni a farsi inquadrare dalle tv di tutto il mondo lo porteranno a segnare. Torneranno gli infortunati e, anche se il Milan corre, con una vittoria sul Napoli anche in campionato la vetta potrebbe essere distante 7 punti. Tanti ma non ancora troppi.

Ma se perde anche la stampa che finora lo ha coccolato e lanciato con titoli come “Pirlo nel solco di Guardiola e Zidane”, “il predestinato”, “pirlolandia”, “Pirlo che perle”... Ehm, si diceva che una sconfitta in Supercoppa aprirebbe definitivamente le porte alla critica feroce su Pirlo. Perché se Il Giornale oggi titola “Pirlo nella centrifuga”, Libero allarga il concetto con “alla Juve non c’è un Pirlo solo”. Stessa tesi esposta nella notte anche a Tiki Taka. Mughini e Briatore ci hanno spiegato come la colpa sia di tutti, parlando di Rabiot e Ramsey, di Frabotta e Danilo... Pirlo è ancora in salvo.

Ieri oltre al nome di Sarri è rispuntato perfino quello di Allegri, che invece potrebbe sostituire Conte quando l’allenatore concluderà il suo “percorso” con l’Inter. Ma su Transfermarkt ci sarà sicuramente una lista di allenatori disponibili e le alternative non mancheranno. Ma Andrea può ancora dimostrare di essere un predestinato e la Juve insegna a tutti che non molla niente fino alla fine. Tranne Sarri, quello l’ha mollato subito.

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