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RIGORI, SEMPRE I RIGORI...

TACKLE DURO – Il derby dei media sui rigori di Kessie e Chiellini

TURIN, ITALY - JANUARY 24: Cristiano Ronaldo, Matthijs de Ligt and Giorgio Chiellini of Juventus fight for the ball during the Serie A match between Juventus and Bologna FC at Allianz Stadium on January 24, 2021 in Turin, Italy. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

Il Milan punito con un rigore contro dopo tante ironie, invece Chiello se la cava come sempre e il giorno dopo leggiamo anche che sì, Giorgione ha fatto fallo ma la sua gomitata non è punibile, perché?

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Premessa: vi avevamo avvisato. Facevano le ironie sul Milan aiutato dai rigori e nel frattempo, per esempio, Bentancur non veniva espulso per un fallaccio a San Siro, e Pirlo aveva il tempo di toglierlo. La stessa cosa successa domenica con Arthur. Eh ma è il Milan la squadra a cui danno più rigori, e quindi la discussione mononeurale che dal Bar è passata ai social senza neanche bisogno di dover pagare un caffè diventa realtà. Le minchiate dopotutto sono gratis e i pifferai magici non smettono mai di suonare: "salutate la rigorista!11!! Ah sh!11!!".

Tackleduro: la rubrica

Però dobbiamo mettere a paragone i due casi successi tra sabato e domenica. Kessie in Milan-Atalanta dà una gomitata a Ilicic: il colpo non è violento ma è visibile. Rigore giusto. Invece Chiellini e Tomiyasu saltano per cercare di prendere una palla in aria. Chiello allarga il braccio e colpisce in pieno il giapponese del Bologna. L’arbitro fischia. Non solo non è rigore, ma addiritura fallo per la Juve. Forse il giapponese ha zigomato il gomito di Chiellini. Qualcuno ci ha provato a giustificare il non rigore, ma l’abbaglio è evidente. Fa luce Bergonzi a Tiki-Taka: al Var c’era Calvarese e lui questi contatti non li fischia. Ma il doppiopesismo resta: un rigore dato e uno no.

Sulla moviola del giorno dopo leggiamo praticamente che Chiellini può dare gomitate in area agli avversari senza essere “punito” (d'altra parte sarebbe ingiusto: Chiellini è un roccioso difensore che ha sviluppato la sua carriera puntando tutto sullo scontro fisico con gli avversari, non può certo imparare a frenare i suoi istinti a quasi quarant’anni). Leggiamo pure che addirittura manchi un rigore su Cuadrado, che - come spesso gli succede - era andato a cercare un contatto a inizio gara. Marocchi un anno fa su Sky disse così: “Valdifori si tuffa alla Cuadrado! Il classico fallo che fischiano sempre a Cuadrado che si fa tamponare... maestro assoluto!”.

Ecco, Maestro Pirlo e Maestro Cuadrado. Lo sport è un'altra cosa: non è certo provare a fregare arbitri e avversari continuamente. Eh già perché Cuadrado è uno che spesso si tuffa, ma quest’anno abbiamo visto svenire in area, oltre agli habitué come Dybala, perfino Morata e il bestione De Ligt: 100 kili di muscoli caduti a terra come una pera matura a Benevento. Il discorso è semplice: una furbata ogni tanto è nelle cose, non si dovrebbe ma capita. Ma diamine, se invece il tuffo è strutturale non va bene. Non è onesto, è provare a fregare come schema. Inaccettabile.

A parlare di gente caduta in area si sono ritrovati anche Ibra e Zapata, col colombiano che ha sfottuto “Non riuscite a finire una gara senza un rigore. Vuoi il tredicesimo?” e con Re ZETA che ha risposto: “Ho più gol io che presenze tu in carriera”. C'è una fase finale della gara di San Siro in cui si vedono addirittura tre giocatori rossoneri a terra in area, due cadono in modo quasi sospetto. Come per la Juve non va bene: sul Milan si riversano già ironie e commenti velenosi, non è un bello spot per il diavolo quello che è successo.

La chiusura con il siparietto assurdo tra Conte, Oriali e Maresca. Partiamo da Oriali perché il suo è un ruolo delicato. La sua reputazione lo precede e su di lui non si possono avanzare dubbi e nemmeno fare risatine. In questo Paese a volte (eufemismo) corrotto è giusto avere sospetti su cose e persone la cui storia parla chiaro ed è giusto dare fiducia, invece, a persone come lui. Ma non possiamo vederlo in campo a protestare, se proprio vuole lo faccia lontano dalle telecamere. Come fanno Paratici e Nedved ma senza atteggiamenti intimidatori e offese, con il suo stile da mediano.

Conte e Maresca invece forse non si rivedranno per un bel pezzo: si parla tanto di possibile stop per l'arbitro che, a fine partita, è uscito dal campo con un "bisogna accettare quando non si vince". Una lezioncina che esula dai suoi compiti, leggiamo su Repubblica che cita come fonte la società. Ma Conte era andato ai matti con un "sempre tu Maresca, pure al var", ricordando che in Inter-Parma si persero un rigore su Perisic sia l'arbitro in campo sia Maresca al var. Eh... ma sui social non c'è la classifica dei rigori che non ti hanno dato, quindi sicuramente non è importante. Come non è importante che l'Udinese poteva giocare in 10 gli ultimi 30 minuti di partita e non è una cosa importante. Sui social non c'è la classifica dei possibili rossi. Rigore per il Milan! Ah ah ah!

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