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IL RIGORE DI CUADRADO

TACKLE DURO – Il derby dei media sulla credibilità della Serie A

Redazione DDD

Il clamoroso rigore fischiato a Cuadrado in Juve-Inter fa il giro del mondo e, tra le risate dei commentatori stranieri, il valore del nostro campionato crolla: negli USA ci pagano la metà della Liga spagnola.

di Roberto Dupplicato -

Non credevano ai loro occhi e se la ridevano di gusto. I telecronisti inglesi chiamati a commentare Juventus-Inter si sono letteralmente scompisciati dalle risate. “Perisic non ha fatto nulla di sbagliato, ahhahahahahhaha”. Lo hanno potuto dire con la leggerezza di chi va a fare il telecronista e quindi commenta ciò che vede. Noi no. Non si fa, che non sta bene. “Bassiamo i toni”, diceva polemicamente Mou. E noi li abbassiamo talmente tanto da parlare di “mestiere” anche se mestiere non è fregare, e quindi quello di Cuadrado non può essere mestiere. Non è una questione fra Juve e Inter, né di Calvarese. Anche se il suo è un fischio che può decidere la volata Champions e i destini di Juve e Milan, compresi quelli di Cristiano Ronaldo, Calhanoglu ma soprattutto Donnarumma. Senza Champions la Juve avrebbe guai seri, al Milan si leccherebbero le ferite ma il problema è che ora nel dibattito in Italia in troppi parlano di un clima da anni passati e la cosa ci deve fare preoccupare tutti.

Il direttore di Rai Sport Enrico Varriale illumina la strada con coraggio parlando di fischio “inquietante”. Qualche settimana fa era stato il direttore Sportivo dell’Udinese Marino a parlare di Paratici, l’arbitro Chiffi e di “cose che appartengono a un calcio di altre epoche”. Una frase che a prima lettura invece sembra giusta è quella di Marco Mazzocchi: “Ma se il Milan ieri avesse fatto il suo si parlerebbe meno di arbitri e #VAR”. Ma è Sbagliatissimo. Il Milan può vincere o perdere, problemi del Milan. Se invece non sai cosa può succederti con un arbitraggio il problema è di tutti, è del sistema: va denunciato con fermezza perché non si ripeta più e in questo senso Fanpage lancia la bomba: “quella con l’Inter può essere l’ultima partita di Calvarese, carriera finita”. E visto che per l’Inter nel dopopartita non ha parlato nessuno, nemmeno l’allenatore Antonio Conte (che evita di entrare nella bufera, o avrebbe potuto compromettere la sua storia da juventino?) sulla Domenica Sportiva ci siamo ritrovati di fronte Bonolis, che parla come Moratti post Iuliano/Ronaldo: “La storia non è cambiata, l’Inter ha vinto un campionato dove alcune situazioni sono ancora ben presenti”. Aridaje!

A infiammare i social nerazzurri ci ha pensato Lady Zanetti: si è scatenata parlando con l’inno “io non rubo il Campionato e in serie B non son mai stato” e ha fatto eco a quel “vinciamo senza rubare” che il marito cantava nel 2007 negli spogliatoi, a favore di telecamere Mediaset. Insomma gli sfottò paraufficiali sono quelli del clima pre Calciopoli. Anche per questo a Tiki Taka Chiambretti propone il bromuro a Massimo Mauro e Pasquale Bruno per la moviola dell’ultimo Derby d’Italia. Boris Sollazzo a Tutti Convocati prova a guardare l’insieme. Perché Calvarese è quello che non va al Var a rivedere il mani di Bernardeschi in area contro il Cagliari? Perché è lo stesso Calvarese ad annullare un gol a Lukaku e a fischiare il primo rigore nella storia in cui il calciatore che fa il fallo si guadagna un tiro dal dischetto? Perché Orsato non ha arbitrato più l’Inter dopo la mancata espulsione di Pjanic?

Domande che restano senza risposte, sarà il caso e comunque fatevene una ragione.

Questo ci dicono in Italia e questo crede la maggioranza dei tifosi: poi però c’è anche chi ci guarda dall’estero e proprio non ci capisce. Non solo gli inglesi, ma ridono di noi anche spagnoli e americani. Negli States i diritti della Liga valgono il triplo rispetto a quelli della nostra Serie A: il triplo, ed evidentemente non era il pur planetario Cr7 ad attirare audience, ma la qualità del prodotto. Qualcuno chiama “Favola” vedere Carpi, Sassuolo, Chievo e Cittadella in Serie A: se ci pensate però queste squadre hanno, messe insieme, un seguito reale di tifosi né in Italia né all’estero. E questo è solo l’ultimo dei problemi... dopo il caos finanziario con gli stupendi posticipati “La Serie A in mutande” titola Libero e quello arbitrale, ormai per noi divenuto rappresentativo. Vendiamo un prodotto nel quale non crediamo più neanche noi, con squadre praticamente sconosciute e con arbitraggi che ci connoteranno per anni come il campionato dove hanno fischiato quel rigore a Cuadrado. Da noi la Gialappa’s ha smesso di trasmettere Mai dire Gol e siamo diventati noi un enorme show mondiale a cielo aperto in cui tutto è possibile, pure dare un calcio, cadere e chiamarsi un rigore. Tanto te lo danno.