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LA DYBANOVELA...

TACKLE DURO – Il derby dei media sull’addio tra Dybala e la Juve

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Due anni di trattativa finita malissimo, la Dybanovela che porta al divorzio tra la Joya e la Juve manda in subbuglio il web bianconero per la possibile sostituzione con Zaniolo, e apre la pista del possibile tradimento in nerazzurro con Marotta

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Era iniziata nell’agosto del 2020, Dybala fresco campione d’Italia con Sarri e miglior giocatore della Serie A, su Tuttosport leggevamo delle prime schermaglie che iniziavano con i 15 milioni che l’attaccante avrebbe richiesto alla dirigenza bianconera. Un impegno non da poco, così il club ha cominciato a riflettere e Paulo ha smesso di giocare, abbassando al minimo presenze e gol con dolorini e fastidi che lo tengono sempre più fuori che in campo. Dopo un anno filato via liscio ecco che l’estate scorsa il problema rinnovo si ripresenta. Il clima descritto dai media era “disteso”. Figuratevi ci fossero state storie tese… Insomma, magari ai tifosi si potevano dire le cose già prima di questa infinita e triste Dybanovela. E invece… Dopo un’altra estate senza rinnovo e con le casse della Juve alleggerite dalla partenza di Ronaldo per Dybala sembrava tutto a posto: fascia da capitano e gol all’esordio a Udine, ma intanto arrivava l’autunno e sui giornali leggevamo “il dialogo resta aperto”. Ce la faranno. Poi Nedved ci diceva “Rinnovo di Dybala? Ci siamo”, ma di firme, e si arriva a Novembre non se ne vedevano. Però la gelata quest’anno, per i tifosi più che per Dybala, è arrivata sotto l’albero. Perché, dopo altri due mesi di tira e molla con l’agente Antun che faceva avanti e indietro dall’Argentina senza concludere nulla, e nonostante la Gazzetta il 21 dicembre titolasse “Un sospiro di Joya” con catenaccio “Dybala non ha lesioni e vede il rinnovo” e con sotto catenaccio “l’agente a Torino per chiudere con la Juve”, l’atteso regalo non è arrivato neanche stavolta.

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Na. Il Natale ha portato il carbone, gennaio nero, febbraio di rimandi, marzo di annunci e ieri l’ultimo incontro, durato pochissimo. Poi la notizia dell’addio che filtra appena dopo pranzo e per la quale serve più di un digestivo al web bianconero, che inevitabilmente si spacca tra chi voleva il lieto fine e chi già non lo rimpiange. Arrivabene va ai microfoni a spiegare che non avrebbe fatto un’offerta che Dybala avrebbe rifiutato, per rispetto alle 7 stagioni fatte dall’argentino in bianconero. Va detto che anche le cifre offerte, piano piano, dal club sono state al ribasso… lui forse esagerava a chiedere 15 nel 2020, ma forse offrigli 7 e renderlo il settimo più pagato della rosa, non era in linea con l’investitura di numero 10 e capitano della Juve del futuro. Arrivato “picciriddu” e diventato uomo, Dybala alla Juve ha vinto tanto per quanto è costato: circa 40 milioni. Logico che la Juventus avesse contato di farne una plusvalenza purissima cercando di venderlo e invece, visto che sarà addio, è giusto criticare la società per non aver saputo trattare e valorizzare un campione. Nella storia in bianconero la prima pagina che lo sovrapponeva a Messi forse a Paulo non ha fatto il giusto effetto. Le schermaglie con Nedved prima e Agnelli poi, fino a quell’esultanza di sfida dopo un gol all’Udinese (avessi detto…) sono i punti di un rapporto appassionato ma fatto di alti e bassi. A Lunedì di Rigore notano che il vecchio rapporto umano e professionale di Marotta con Paulo Dybala possa influire in un eventuale e clamoroso passaggio dalla Juve al’Inter, un tradimento pazzesco.

Anche se con il caso Icardi e con il tira e molla Donnarumma la stampa ha campato anni e si è ringalluzzita, sul caso Dybala l’effetto è stato anestetizzante. Il mancato rinnovo già a gennaio doveva scuotere qualche penna e far alzare il polverone, e invece siamo arrivati in primavera con due soggetti che, aspettando il trascorrere del tempo, sapevano benissimo di andare a sbattere contro una inevitabile separazione. Ma dicevamo, con Icardi e Donnarumma casino mediatico. Su Dybala “eh, con il Covid le società di calcio devono cambiare, è un fenomeno che va capito e accettato, ditelo, no?”. Dialogo inventato, per fare un esempio. Alle scuole di giornalismo insegnano che se in un dibattito un tizio dice che “fuori piove”, e l’altro dice che ”invece splende il sole” il compito di un giornalista sia quello di aprire la finestra e dire al pubblico chi ha ragione. Qui l’informazione è stata troppo allineata: ogni mese rinviano e nessuno si faceva venire il dubbio che qualcosa non tornasse? Ogni volta una scusa diversa? E la domiciliazione dell’agente, e le tempistiche, e la firma… e tutti i media mainstream a riprendere copinconllando notizie, cifre e orientamenti mediatici che i più bravi riescono sempre a dare. Una stampa acritica.

Per Adani se la Juve scarica Dybala è perché punta sul “tridente Chiesa-Vlahovic-Zaniolo”, ma se Paulino ha trasmesso alla dirigenza dubbi sulla sua tenuta fisica, anche Zaniolo ha nella sua storia due brutti traumi, e la Roma di Mourinho ha vinto 3-0 il derby con lui in panchina. Vedremo l’evoluzione degli spareggi azzurri ma sostituire Dybala con Zaniolo, ora, sembra un azzardo. Magari può ripagare in prospettiva, ma in questa stagione per ora caratterizzata dall’eliminazione col Villarreal, ai tifosi bianconeri viene spesso da dire mai una Joya con un po di tristezza. Oggi Tuttosport titola “Joya interrotta”, e comunque in mezzo la parola Inter c’è, chissà che non sia profetica. La Gazzetta apre a una vera e propria “fumata nerazzurra”, il Corsport titola “Addio Joya” ed è l’unico che non veste l’argentino con la maglia dell’Inter. I tifosi della Juve hanno il cuore spezzato: chi sarà il nuovo numero 10 della Juve? Il dibattito è appena cominciato…

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