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COLPI SOTTO LA CINTURA

TACKLE DURO – Il derby dei media sullo Scudetto vinto dal Milan e perso dall’Inter

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La squadra migliore ha battuto quella più forte, è questo il concetto che emerge dal dibattito ma che non toglie meriti a Pioli e Ibrahimovic: ma gli striscioni di sfottò riaccendono la furia interista

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Theo Hernandez al Club di Caressa ha detto due volte: “Dicevano che non eravamo i più forti, e ora che dicono?”. A Casa Milan si festeggia lo Scudetto più bello perché arrivato scucendolo alla rivale cittadina che, anche senza Lukaku, Hakimi ed Eriksen era quella con la rosa più forte. Allegri lo ha sempre detto che “solo l’Inter può perdere lo Scudetto” e anche Pioli dava i nerazzurri favoriti. Insomma, la pole in griglia non era solo il frutto dello Scudetto sul petto ottenuto col gruppo precedente, anche questo sa vincere e lo ha dimostrato con due trofei in stagione. La sensazione è che con Conte l’Inter avrebbe centrato la seconda stella. Lo ha detto Ciccio Graziani a Xxl, non è una certezza ma lo si sente perché “ha più tigna, più cattiveria”. Non c’è la controprova ma evidentemente Antonio trasferiva alla squadra più grinta e quadratura rispetto al Simoninzaghismo. L’ex Lazio si trincera dietro i “due trofei e gli ottavi di Champions”, ma col Tricolore al Milan la sua Inter sarà in terza fascia ai futuri sorteggi, e rischia nuovamente un gruppo proibitivo… e lo sappiamo com’è andata con Borussia, Shakthar o Psv…

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Gli errori di Inzaghi ci sono stati, non solo i 7 punti in 7 gare che ricordano il titolo di un clamoroso film di Verdone e Pozzetto. Anche la gestione di alcuni cambi è da rivedere e a livello di gestione il gruppo è sembrato meno compatto: in campo ci si mandava a Vancouver un po’ troppo spesso. Vari momenti chiave sfuggiti di mano, non solo Bologna. L’Inter a 20 minuti dalla fine del derby era potenzialmente a +10 sul Milan, poi Inzaghi ha tolto Lautaro e Perisic per pensare al turnover e il Milan ha rimontato, cominciando a credere davvero nello Scudetto. La cosa è stata fatta notare da Fabio Ravezzani a Lunedì di Rigore con una grafica impietosa. La festa Scudetto si è vista un po’ ovunque ma va detto che ormai anche a pagamento è difficile avere trasmissioni in diretta decenti. Milan TV aveva le migliori telecamere e col drone su Casa Milan ha fatto vivere a 360° l’atmosfera della festa. Su Sky le immagini saltavano troppo spesso, perché ormai mandano in diretta i famosi “zainetti” che funzionano con le sim dei cellulari e quindi, quando ci sono decine di migliaia di persone, vanno un po’ in tilt. Problemi tecnici, che peccato.

Inutile dire che questo gruppo è stato plasmato a immagine e somiglianza di Zlatan Ibrahimovic. Lo disse Castillejo quando lo svedese tornò nel gennaio 2020: "Ha 38 anni ed è il primo che ha fatto il lavoro di recupero o che arriva a Milanello. Se uno come Ibra che ha vinto tutto fa queste cose, tu che ti chiami Castillejo non lo fai? Per forza. E' un giocatore molto esigente, se sbagli te lo dice, ti fa tirare fuori tutto quello che hai. E' un leader, non cerca solo di fare gol ma anche di far vincere la squadra”. E infatti oltre a Pioli, Maldini e Massara, Leao, Theo e Maignan, questo è lo Scudetto di Ibra. Totem, psicologo, motivatore e condottiero della squadra. Un suo video discorso nello spogliatoio sta facendo il giro del web in tutto il mondo. E lui festeggia col sigaro e sui social scrivendo: “L’ho detto e l’ho fatto”, riferendosi alle sue parole appena arrivato al Milan: “Vinceremo lo Scudetto”.

Leao, Theo, Maignan, Tonali, Tomori e Kalulu sono destinati a scrivere pagine importanti di calcio a livello internazionale. Ma intanto oggi festeggiano sognando a occhi aperti, perché nello sport se batti una squadra più forte godi il doppio. Ne è convinto anche Pierluigi Pardo che ha espresso il concetto a Tutti Convocati. Che sia “più perso dall’Inter o vinto dal Milan” si dibatte su web, radio e tv. A Tiki Taka si parla di una squadra che “è riuscita ad alzare il livello della competitività”. A Calcio con la F Adani elogia Pioli: “Ha avuto l’umiltà di lavorare, cambiare e vincere. Quanti avrebbero scelto Bennacer e Tonali invece di Bentancur e Locatelli?”. Pioli is on fire resta la colonna sonora dell’impresa, lui si è tatuato pure lo Scudetto numero 19, gli interisti ironizzano: “Non ha messo riferimenti, nerazzurro vero!”. Di questa festa resta lo stile un po’ sboccato dei giocatori del Milan che hanno innalzato, un po’ come fece Ambrosini 15 anni fa, due aste poco carine nei confronti dei cugini. Errori: qualche brindisi di troppo, la giovane età della rosa… cose che capitano durante una festa dopo uno Scudetto atteso 11 anni ma, soprattutto, completamente inaspettato a inizio stagione. Forse per questo i calciatori del Milan, sbagliando, hanno bersagliato i rivali con colpi sotto la cintura. Perché hanno battuto una squadra, ritenuta oggettivamente, più forte.

Sapremo fra un anno se gli striscioni e i cori un po’ offensivi dei calciatori del Milan che invitano i cugini a usare la Coppa Italia in modo non consono saranno lo stimolo per la rivincita nerazzurra, su Tuttosport c’è Giroud che dice “sono io il gladiatore dello Scudetto”, visti i gol del francese con Inter e Napoli, oltre che nell’ultima sfida al Mapei. E poi si parla di Pogba alla Juve, perché l’anno prossimo per lo Scudetto torna a correre pure Max Allegri. Il Corsport titola “Giù le mani da Leao” perché sul rinnovo del portoghese ci sono le prime rughe sul viso dei dirigenti, che hanno già dimostrato in passato di non cedere alle logiche del mercato. La Gazzetta intervista Tonali che dice “Ho fame di Champions”, visto che Il Milan è una European Giant e proverà a stupire pure lì.

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