TRA CORREA E DYBALA...

TACKLE DURO – Il derby dei media sull’esonero di Simone Inzaghi

TACKLE DURO – Il derby dei media sull’esonero di Simone Inzaghi - immagine 1
L’Inter sprofonda a -8 dalla vetta ma non sembra dare segnali di forza mentale per rialzarsi, e il suo allenatore è già oltre i titoli di coda

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Mourinho e Dybala si sono presi la rivincita con due video social da cinema muto, perché hanno lasciato i dialoghi a casa e uno si è abbandonato ai suoni, l’altro ai gesti. Il lunedì è stato peggio della domenica, oggi c’è il Barça e la nave nerazzurra è in mezzo alla tempesta perfetta: 4 sconfitte su 8 partite in campionato, viene rimontata anche se va in vantaggio. Il Napoli fila, la Lazio gioca, Milan e Juve vincono. Qui si mette male. Tutti finiscono sotto accusa: proprietà, dirigenza, allenatore, giocatori. E gli interismi diventano psicodramma di massa con il tam tam sull’esonero di Inzaghi per un presunto articolo su gazzetta.it. Ormai siamo alle visioni. O previsioni.

Non solo Simone...

Trevisani punta il dito anche su Handanovic, su questo Handanovic: “In porta c’è un portiere che non para che dice di essere la soluzione e non il problema”, ma Onana quando lo mettono? Che lo hanno comprato a fare? Boh. Il dibattito si infiamma. Il numero 1 è un problema ma non è il problema numero 1. Ma allora, al netto del fatto che la proprietà ha fatto filtrare di voler cedere, c’è aria di tracollo tanto che sui giornali si leggeva che un quarto posto sarebbe un miracolo? Ma come, hanno preso pure Lukaku. Se gioca. Ci si mette pure Moratti: “Abbiamo già regalato l'anno scorso il campionato al Milan, non vorremmo farlo per due volte di fila. L'Inter è messa male ma le distanze sono ancora piccole. Per risollevarsi bisogna sentire il peso e la forza di dover difendere la maglia dell'Inter”.

SCUDETTO MILAN INTER INZAGHI

Per Sconcerti è una “crisi tecnica”, ma il responsabile, quindi, è Simone Inzaghi, e quindi? Che si fa? Lui dice che sa di essere in bilico, tra tutti i miei vorrei, come cantano i Negramaro. Ma sabato in conferenza ha tirato fuori i numeri: “Dove ci sono io arrivano trofei, si dimezzano le perdite e aumentano i ricavi”. Su Pressing Fabio Manfreda in un servizio fa notare che questo “arrogarsi” meriti da manager abbia infastidito il board nerazzurro, oltre ad aver dato sempre il solito segnale di “non cacciatemi, guardate quante cose belle ho fatto”. L’esonero dopo una sconfitta col Barcellona potrebbe essere ufficiale, dipende da come gioca la squadra, ma non è detto che sia risolutivo.

Per prima cosa ci sono le alternative, che al 5 ottobre mancherebbero. Poi è vero che Inzaghi è colpevole ma non è certamente l’unico. Bergomi al Club parla delle spine della rosa dell’Inter: “Non ha intercettato il cambiamento. Non ha gente di gamba, che dribbla. E ora non ha neanche l'entusiasmo che ti fa fare il metro in più”. A proposito di metro in più qualcuno sul web rosica sul fallo laterale di Tonali. C’è chi nota che queste siano in realtà malizie da grande squadra che l’Inter non ha e che nello sport, entro la cornice regolamentare, è giusto lottare per quei “centimetri”, diventati cult nel monologo di Al Pacino in Ogni maledetta domenica. “In questa squadra si combatte per un centimetro. In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti, per un centimetro”. Rocchi ha però ammesso il passo falso arbitrale, ancora.

Ma ieri la Gazzetta ha dato un altro colpo alla traballante panchina di Simone Inzaghi, quello di aver difeso el Tucu Correa contro l’arrivo di Dybala, che anche in nazionale argentina, secondo gli interisti, non è gerarchicamente inferiore a Dybala. Che intanto ha spernacchiato tutto l’ambiente interista con un video in cui si mostra come il mattatore di San Siro. Bella rivincita contro chi non lo ha voluto. Qualcuno non ci crede, sul web si scatena il putiferio, “e allora Zhang Senior che non viene a Milano da tre anni?!”. Già, ma l’Inter si è disunita e in campo i calciatori si mandano spesso a Vancouver, c’è del nervosismo, e continuano le voci su Skriniar al Psg.

E infatti c’è una cosa che tradisce l’inquietudine di Inzaghi più di ogni altra cosa, le sue dichiarazioni. Quando un allenatore va in conferenza a dire che “lui vince, dimezza le perdite e fa guadagnare” è comunicativamente oltre l’ultima spiaggia. È come un partner che, al momento di lasciarsi, ricorda all’altro “ma quanto ci siamo amati?”. Nello sport e nella vita il passato non basta, anche se è bello, nobile o importante, c’è sempre un oggi e un domani a cui sorridere, e Inzaghi non ride più. Sui giornali di oggi la situazione non è rosea, lunedì in taglio alto si leggeva “Inzaghi vacilla”. Oggi sul Corsport si legge in prima pagina “L’ora di Inzaghi”, “Simone si gioca l’Inter” e lui dice “Non abbiamo alibi”. Tuttosport apre con la speranza del mister “Lautaro, salvami tu”, mentre sulla Gazzetta campeggia un Fate l’Inter, “Inzaghi, ora o mai più”.

tutte le notizie di