La storia

Adrian Mutu si racconta: “Al Chelsea ero triste e solo. La cocaina mi ha rovinato”

Federico Grimaldi
Dai problemi con la droga al periodo di depressione: l'attaccante rumeno si racconta a 360°
00:15 min

Adrian Mutu ha rilasciato un'intervista al 'The Telegraph' dove ha ripercorso tutti gli anni della sua carriera. Nel suo racconto, si è soffermato sul periodo con la maglia del Chelsea, dove l'utilizzo della cocaina lo ha portato in un pozzo senza fondo, affermando che senza, avrebbe potuto vincere "facilmente" il pallone d'oro.

Dalla cocaina alla sospensione: la carriera di Adrian Mutu

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Uno dei talenti più lucenti della storia del calcio rumeno. Mutu è stato il simbolo di un calcio, che forse oggi non esiste più. Eppure, nonostante la sua ottima carriera, l'ex Fiorentina ha ammesso che avrebbe potuto fare di più. Molte scelte fatte, sono state dettate dall'incoscienza dell'età e dalla depressione della novità: "Sono arrivato al Chelsea in un periodo turbolento della mia vita personale, e mi sono ritrovato invischiato in troppe scuse e bugie. Ero troppo giovane e troppo solo. Ci ho pensato tante volte. Credo che per più di una stagione sono stato tra i migliori giocatori al mondo, quindi avrei potuto vincerla facilmente. Ma delle cattive decisioni me l'hanno impedito".

"Assumere cocaina durante il mio periodo al  Chelsea  è stata la decisione peggiore che potessi prendere nella mia carriera". "Ero solo e triste, ma né la depressione né altro giustificavano le mie azioni. Tolleranza zero: questa era la politica del Chelsea in materia di droga. E penso che sia giusto. Ho commesso un errore, ho deviato dal percorso e ne ho pagato il prezzo. Sono stato colto di sorpresa. Non ero abituato a quella vita. Ero impreparato. Cerco di non punirmi per questo."

🗣️ 'Taking cocaine during my time at Chelsea was the worst decision I could have made in my career'

🔵 Adrian Mutu spoke to @TelegraphSport about being remembered for one thing in England, his comeback at Fiorentina and his 'promising new coaching career'https://t.co/Qu2qllwYKipic.twitter.com/R4HItOs7SU

— Telegraph Football (@TeleFootball) March 27, 2025

Il rapporto con Mourinho e l'esperienza italiana

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Il racconto di Mutu è stato commovente, sotto tutti i punti di vista. L'ammissione delle proprie debolezze è un sintomo di una persona matura, che ha capito come affrontare al meglio la vita. Nonostante avesse potuto ottenere di più nella sua carriera, si può affermare con certezza, che il rumeno è stato uno degli attaccanti più talentuosi negli ultimi anni. L'esplosione a Parma lo porta nelle grazie di Abramovich, che decide di portarlo al Chelsea. Inizia molto bene la sua esperienza londinese, fino a quando, non arrivò Mourinho. Il tecnico portoghese aveva intuito che vi erano due Mutu: uno festaiolo ed uno calciatore. Sfortunatamente, il primo lato non era ben visto dall'ex tecnico dei Blues, che decise di relegarlo più volte in panchina.

Qui, l'esperienza del rumeno in Inghilterra precipitò. Nel 2004 risultò positivo al test per l'uso della cocaina e gli venne inflitta una squalifica di 7 mesi, che segnò la fine della sua carriera con il Chelsea. Tornò quindi in Italia con la maglia della Juventus. La sua esperienza in bianconero durò solamente un anno. Nel 2006 passò alla Fiorentina dove riuscì a trovare la costanza che gli era sempre mancata. 5 anni alla corte dei viola dove ha incantato i tifosi grazie ai suoi gol e alle sue giocate. Una breve esperienza al Cesena, prima di tornare patria, dove nel 2016 ha concluso la sua carriera con la maglia del Targu Mures. Oggi Mutu si è raccontato ed ancora una volta ci ha ricordato di che giocatore sarebbe potuto essere, senza alcuni intoppi lungo la carriera.

Adrian Mutu con la maglia della Fiorentina (Foto di Newpress/Getty images)