derbyderbyderby calcio estero Alla scoperta di Oliver Glasner: chi è il Mr Wolf del Crystal Palace

LA STORIA

Alla scoperta di Oliver Glasner: chi è il Mr Wolf del Crystal Palace

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Il tecnico austriaco è sulla bocca di tutti da un po' di tempo. Le ultime vittorie col Crystal Palace lo hanno elevato allo status di allenatore particolarmente interessante sotto tanti aspetti personali e tattici.
Pietro Rusconi

"Sono il signor Wolf, risolvo problemi". Così si presenta Harvey Keitel nei suoi unici 10 minuti di screentime durante il film "Pulp Fiction". Occhiali da sole, smoking nero e una fredda razionalità per risolvere anche il più ostico dei problemi. Oliver Glasner è apparso così nella sede del Crystal Palace a Londra, nel quartiere di Croydon. Esonerato Roy Hodgson il 19 Febbraio 2024 con la squadra rossoblu al 15 posto, la dirigenza si è affidata al giovane tecnico austriaco, fregiato dell'Europa League con l'Eintracht.

Gli esordi austriaci di Glasner

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Oliver Glasner comincia presto l'esperienza da allenatore per via di un'emorragia cerebrale a 36 anni che gli impedisce di tornare a calcare i campi da calcio col Ried. Grazie ad una laurea in business administration, Oliver si inserisce nel sistema RB, prima come amministratore delegato e poi come vice del Salisburgo. Dopo quest'esperienza il tecnico farà una breve comparsa nel Liefering, per poi tornare ad allenare proprio nel Ried, piazzandosi subito al sesto posto in Bundesliga austriaca. Il buon lavoro svolto gli vale la chiamata dello storico Lask di Linz, con cui ottiene una promozione in Bundesliga nel '16-17 e sfiora il titolo massimo nel '18-19, arrivando secondo dietro la corazzata Salisburgo.

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Oliver Glasner in azione al Ried. (Photo by Mathias Kniepeiss/Getty Images)

La consacrazione biancoverde

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Dopo il successo casalingo, il mister austriaco si trasferisce nella vicina Germania, più precisamente a Wolfsburg. I die wölfe, sotto la nuova gestione targata Glasner, hanno ottenuto un buon 7 posto durante il primo anno, nonostante la stagione interrotta per COVID, valido per i preliminari di Europa League. Eliminati agli ottavi della seconda competizione europea, i biancoverdi sono diventati una squadra riconoscibile per la grande intensità e per la valorizzazione di alcuni giocatori come Weghorst (20 gol stagionali), Arnold e Schlager.

Tuttavia, è il secondo anno al Wolfsburg ('20-21) che certifica tutta la qualità del tecnico austriaco. Con gli ottimi innesti di Lacroix dal Sochaux e Baku dal Mainz, i lupi arrivano al quarto posto (dopo aver sfiorato il terzo), valido per la qualificazione in Champions League. I protagonisti però rimangono gli stessi: Weghorst arriva a 25 gol stagionali, mentre Arnold e Schlager rimangono i dominatori assoluti del centrocampo.

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Il sistema del Francoforte

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Glasner poi decide di spostarsi di soli 367 km, a Francoforte. Nella città della finanza europea Oliver prende il posto di un tecnico in qualche modo simile: Adi Hütter, austriaco e cresciuto anche lui nella galassia tattica del Salisburgo. Il lavoro dell'ex Wolfsburg parte quindi da una base già solida, nonostante il capocannoniere della scorsa stagione, André Silva, venga ceduto ai rivali del Lipsia per 23 milioni.

In questo primo anno non ci sarà nessun giocatore in evidenza per il numero di gol segnati. Tuttavia, il 343 dell'austriaco, ha nei suoi esterni i punti chiave: Knauff e Kostic permettono all'allenatore di passare con estrema facilità e fluidità da un 325 in costruzione ad un 5221 in non possesso. La finalizzazione offensiva avviene tramite i cross delle catene laterali, con la prima pressione saltata grazie ai lanci di Hinteregger su Borré e Lindstrom, oltre che per i tiri da fuori. La difesa pone una grande intensità nei raddoppi sulle fasce, spesso portando ad un immediato recupero palla che permette un contropiede pericoloso.

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L'Europa League conquistata

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Se la squadra fatica in campionato, nonostante alcune vittorie importanti come quella contro il Bayern Monaco per 2-1, in ambito europeo c'è un'aria diversa. L'Eintracht vola fino alla finale del 18 Maggio 2022, dove ai rigori porta a casa il trofeo contro gli scozzesi dei Rangers. Il percorso non è stato semplice, infatti nella fase ad eliminazione diretta la squadra di Francoforte ha dovuto superare: Betis Siviglia, Barcellona e West Ham. L'eroe indiscusso della cavalcata è stato Filip Kostic, MVP del torneo con 3 gol (tra cui una doppietta contro il Barça al ritorno) e 6 assist. Numeri che gli varranno la chiamata estiva dalla Juventus di Max Allegri.

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La ripartenza inglese nel 2023-24

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Nell'ultima stagione coi tedeschi,  Glasner non ripete le magie dell'anno prima, nonostante un settimo posto e i 95 milioni di Kolo Muani lasciati in dote. Inizia la stagione senza squadra, venendo poi chiamato in corsa dal Crystal Palace nel mese di Febbraio. Il tecnico ex Francoforte non deve pulire una macchina dalle macchie sangue e liberarsi di un cadavere come in Pulp Fiction, ma deve risalire la classifica che inizia ad essere pericolosa per le aquile londinesi.

Alla fine della stagione arriverà un tranquillo decimo posto, con un occhio di riguardo per il futuro. Funzionano le combinazioni offensive fra Olise, Mateta e Eze tanto che il Crystal riesce ad ottenere un filotto di 6 risultati utili consecutivi alla fine dell'anno. La punta francese segnerà 13 gol dall'insediamento del tecnico austriaco: una vera e propria rivelazione.

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L'inizio della stagione 2024-25

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Nel 2024-25, Glasner ha l'opportunità di iniziare la stagione dalla preparazione. Salutano Olise, Andersen e Ayew ma arrivano Nketiah, Ismaila Sarr e l'ex pretoriano dell'austriaco, Maxence Lacroix. Importante è stata la conferma di Wharton, Mateta, Eze e Marc Guehi. L'inizio della stagione è shock: 1 sola vittoria nelle prime 10 partite ma la dirigenza non accenna minimamente ad un cambiamento, ha piena fiducia in Glasner. Questa decisione si rivelerà particolarmente azzeccata poiché la squadra si riprenderà in campionato terminando al dodicesimo posto e soprattutto regalerà un momento storico nel Maggio 2025.

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L'inaspettata FA Cup

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Il 17 Maggio 2025 si gioca una delle partite più importanti della storia del Crystal Palace: la finale di FA cup contro il Manchester City di Guardiola. La partita viene dominata dai citizens che arrivano a produrre fino a 3 XG senza convertirli in niente, infatti i gol della squadra di Pep saranno zero. Il numero è così alto anche a causa di un rigore sbagliato da Omar Marmoush, passato proprio tra le mani di Glasner e parato da Dean Henderson.

Il Palace è più cinico del City e al 16esimo del primo tempo fa 1-0 grazie al capitano Eberechi Eze, autore di una stagione fantastica da 14 gol e 11 assist stagionali. L'inglese insacca a centro area da un grande invito tagliato di Muñoz (a cui verrà annullato anche un gol). La sofferenza nei 90 minuti è tanta ma alla fine i rossoblu portano a termine il sogno, alzando il torfeo inglese.

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Il secondo trofeo dell'era targata Oliver Glasner

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La vittoria di Maggio non è un unicum per le aquile di Londra. Tradizionalmente, la squadra vincitrice della FA cup e del campionato si scontrano in Agosto per il Community Shield. In questo caso, la squadra del tecnico austriaco sfiderà la corazzata reds di Arne Slot, capace di dominare la Premier League dalla prima giornata. La finale è combattuta, termina per 2-2 nei tempi regolamentari e ha nei rigori il suo atto finale. Il Crystal Palace riesce a superare per 3-2 il Liverpool, nonostante l'errore di Eze dal dischetto. Per i tifosi della squadra londinese sarà un epilogo agrodolce: qualche settimana dopo il capitano si trasferirà nell'Arsenal, squadra tifata dal calciatore fin da bambino, segnando pure il gol dell'ex nel match del 26 Ottobre.

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La particolarità del gioco delle Eagles

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Oliver Glasner è rimasto fedele al suo 343 di fiducia anche nell'esperienza inglese. La fluidità del modulo si nota dall'utilizzo in possesso del 3421, utile per sfruttare gli inserimenti tra le linee avversarie di Mateta o dei due trequartisti dietro di lui, o dal 325 già visto a Francoforte, con il supporto in ampiezza di Mitchell e Muñoz. In fase di non possesso c'è una prima pressione alta nella trequarti avversaria, con un grande lavoro dei 3 attaccanti con Wharton e Kamada, riducendo le alternative di passaggio avversarie e bloccando una costruzione fluida. Se questa prima fase non si tramutasse in una riconquista immediata, la squadra dovrebbe disporsi nella propria metà campo in un 541 creando densità e minimizzando gli spazi della squadra avversaria. Inoltre rimane preponderante la dinamica del contropiede, attraverso la creazione di spazi e verticalizzazione immediate.