Il 29 maggio sarà un giorno particolare per la storia del Barcellona. In questo giorno di un anno fa alla corte dei catalani arrivava Hans Dieter Flick. Reduce da un'esperienza sulla panchina della Nazionale tedesca non certo entusiasmante, il classe '65 è stato chiamato con l'obiettivo di risollevare una squadra ormai alla deriva. Arrivato tra lo scetticismo di gran parte della tifoseria catalana, un anno dopo il tedesco è riuscito a far ricredere tutti.
Rinascita blaugrana
Barcellona, un anno di Hans Flick: il tedesco ha ripreso i catalani dalle ceneri


Hans Flick, un anno fa il suo arrivo al Barcellona: come il tedesco ha cambiato la squadra
—Secondo posto in campionato, sconfitta in finale di Supercoppa di Spagna ed eliminazione ai quarti in Copa de Rey e Champions League. Non certo una stagione 2023-24 memorabile per il Barcellona. Serviva dunque un cambiamento. Via la bandiera Xavi e al suo posto viene chiamato, contro ogni pronostico, Hans Flick. Il suo compito era quello di far tornare il Barcellona ai grandi livelli, ma con una squadra così demoralizzata il lavoro sarebbe stato molto più arduo. Eppure neanche lui veniva da un buon momento: solo sei mesi prima era stato esonerato dalla panchina della Germania, dopo un Mondiale chiuso ai gironi ed una sola vittoria nelle ultime sei partite.
L'ex allenatore del Bayern Monaco è arrivato con le idee chiare: puntare sul calcio di base e migliorare il piano fisico. Era consapevole della situazione economica che la società stava attraversando ma, allo stesso tempo, era stupito dalla qualità di La Masia. Non c'è stata apparizione o conversazione privata in cui l'allenatore non abbia chiarito di essere contento dei giovani: Marc Bernal, Marc Casadó... per citare qualche nome. Inoltre, a causa dell'Europeo e dei Giochi Olimpici, il neo allenatore ha dovuto affrontare la preparazione pre-campionato senza il grosso della squadra. Poco importa.
Dare un'identità alla squadra
—Il programma di Hans Flick era chiaro fin dall'inizio: gioco offensivo, ricerca della porta avversaria indipendentemente dal risultato, linea difensiva alta che costringeva gli avversari a cadere in fuorigioco e grande pressione. Senza dimenticare la rigorosa puntualità del tedesco. Un giocatore che arriva con un minuto di ritardo all'allenamento avrebbe iniziato la partita in panchina.
Hansi Flick ha vinto tre titoli in questa stagione: LaLiga, Copa del Rey e Supercoppa di Spagna e ha sfiorato per poco la finale di Champions League nelle incredibili sfide di andata e ritorno contro l'Inter. Inoltre, ha sconfitto i rivali storici del Real Madrid in tutte le quattro partite disputate in stagione: due in campionato, la finale in Arabia e quella a La Cartuj. Il tutto con una squadra praticamente simile a quella della passata stagione: unico acquisto è stato Dani Olmo.

Hans Flick, un uomo calmo e aperto a tutti
—Nel giro di 12 mesi, Hans Flick si è guadagnato la fiducia e il rispetto di tutti. Ma non solo grazie ai risultati ottenuti sul campo. Il merito è anche del suo essere prima di tutto una persona che un allenatore. Lo si nota da come è riuscito a dare fiducia non solo ai giocatori titolari ma anche a quelli che siedono in panchina, non ha mai fatto dichiarazioni stonate. Anche il suo ruolo nel dialogo è degno di nota: parla faccia a faccia con i giocatori e chiarisce la sua posizione. Ha anche un ottimo legame con i tifosi e non esita, quando lascia la Ciudad Deportiva, a fermarsi a firmare autografi per i tifosi.
Così facendo, l'allenatore tedesco è stato in grado di ottenere il massimo praticamente da tutti i giocatori, anche da quelli che in estate erano sull'orlo di lasciare la Catalogna. Lewandowski ha firmato i suoi migliori numeri sotto porta da quando è arrivato al Barcellona, Pedri ha realizzato la versione sublime del canarino e, per farlo, ha cambiato la dinamica del giocatore che è diventato titolare indiscusso. Koundé ha giocato ad alti livelli come non ami, Iñigo Martínez è emerso come leader della difesa, ha recuperato De Jong, Raphinha è esploso. E di Lamine, Fermín... i numeri parlano chiarissimo.
La sua grande prestazione alla guida della squadra ha portato la dirigenza sportiva a rinnovare il tedesco, nonostante gli rimanesse ancora un anno di contratto. L'allenatore ha firmato il 21 maggio fino al 2027. Con una squadra dall'umore completamente diverso rispetto ad un anno fa ora i tifosi catalani possono tornare a sognare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA