Gli insulti razzisti durante il Clàsico

Barcellona, Raphinha torna sugli insulti razzisti al Clàsico: “Dopo abbiamo capito…”

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L'ala brasiliana del Barcellona, Raphinha, è tornato a parlare degli insulti razzisti rivolti a Yamal e Ansu Fati durante il Clàsico vinto per 4-0 contro il Real Madrid dello scorso 26 ottobre
Sergio Pace
Sergio Pace Redattore 

L'ultimo Clàsico è rimasto nella mente di tutti. In casa Barcellona ancor di più visto il largo successo ottenuto in casa del Real Madrid di Carlo Ancelotti (0-4). I blaugrana di Hans-Dieter Flick hanno demolito completamente tutte le certezze dei Blancos durante quella gara, con un Robert Lewandowski scatenato (doppietta per l'attaccante polacco), sempre più capocannoniere della Liga con 14 reti.

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Ma il Clàsico del 26 ottobre è stato anche macchiato dagli insulti razzisti intonati all'indirizzo di Lamine Yamal e Ansu Fati. Su questo argomento è tornato a porre l'attenzione Raphinha, anche lui a bersaglio nel poker al Real, che in un'intervista concessa a El Pais ha detto: "Ne abbiamo già parlato, ogni persona è diversa. Certo che ti dà fastidio, stiamo facendo il nostro lavoro e sentire quegli insulti non è cosa da poco. Sappiamo che i tifosi dell'altra squadra possono provare a fare di tutto affinché le cose non ti vadano bene e per distrarci, ma quando intonano insulti razzisti è davvero più complicato".

L'ex Leeds aggiunge: "Dopo ho parlato con Ansu e ci ha raccontato cosa gli era successo. Era triste. Con Lamine abbiamo sentito che ci dicevano delle cose, ma non capivamo esattamente cosa ci dicevano. Ma Ansu ha capito. Alla fine della partita abbiamo visto i video ed è stato allora che abbiamo capito cosa ci avevano detto".

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Lo sfogo di Raphinha

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Raphinha ha poi spiegato che durante la partita il focus deve essere solo sul match, ma è chiaro che dopo la fine della partita chi si è sentito intonare insulti razzisti possa non essere tranquillo dal punto di vista emotivo: "Quello che possiamo fare dopo le partite, lo facciamo dopo. Durante il match dobbiamo essere concentrati. Ci sono molte persone che normalizzano l'andare allo stadio per insultare. Questo non può essere normale. Qualcuno con più potere deve fare qualcosa".

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Raphinha (Foto di Alex Pantling/Getty Images)

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