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Benfica, ritorna Bruno Lage: contratto fino al 2026 per il tecnico

Benfica, in panchina ritorna Bruno Lage: contratto fino al 2026
Le "Aquile" hanno presentato il loro nuovo allenatore: Bruno Lage è tornato in squadra - era già stato alla guida del team nel 2019-20 - per sostituire Roger Schmidt dopo un inizio di stagione traballante...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Bruno Lage è stato annunciato ieri come nuovo allenatore del Benfica al posto di Roger Schmidt. Il tecnico portoghese si occuperà per la seconda volta in carriera delle Aquile, che cercheranno di risollevarsi dalla crisi di risultati con cui hanno iniziato la stagione.

Benfica, ecco Lage

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Lage, 48 anni, ha fatto la trafila delle giovanili del Benfica e, dopo aver lavorato come assistente di Carlos Carvalhal allo Sheffield Wednesday e allo Swansea, è tornato nella stagione 2018-19 per occuparsi delle riserve.

Benfica, ritorna Bruno Lage: contratto fino al 2026 per il tecnico

A metà di quell'annata ha preso le redini della prima squadra, dopo il licenziamento dell'allenatore Rui Vitória, e ha vinto il campionato con un team che comprendeva anche João Félix.

In seguito è passato al Wolverhampton Wanderers e, più recentemente, al Botafogo.

Le parole di Bruno nella conferenza stampa di presentazione

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Parlando ai media durante la conferenza stampa di presentazione, Bruno ha promesso "molto lavoro". "Con quale spirito ritorno? Con quello di chi torna e vuole vincere - ha spiegato Lage -. Raccontatemi un allenatore che non ha vinto e non ha perso".

Benfica, ritorna Bruno Lage: contratto fino al 2026 per il tecnico

"Se guardiamo la media degli anni e dei titoli, quella di Bruno Lage forse è molto simile agli altri. Mio figlio vorrà visitarlo un giorno, ma non ho mai voluto interferire e non l'ho mai portato al Museo del Benfica".

"Come vedo la squadra? Se ricordo bene, la mia idea era sempre una rosa corta, competitiva ed equilibrata, con due per ruolo, che mi desse la possibilità di giocare in modi diversi, guardando la rosa e potendo cambiare sistema e dinamiche ed essere competitivi dentro e fuori. E la vedo così".

"La cosa più importante è che, indipendentemente dalle partenze, possiamo guardare la rosa e sentire che è stata creata, adattata e competitiva per quello che ci aspetta. Non li conosco, ma quando vedi un atleta uscire di casa è sempre motivo di soddisfazione, per il lavoro che è stato fatto alla base e per il modo in cui i giocatori raggiungono la prima squadra".

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