IL CASO IN SPAGNA

Calcio femminile, l’accusa di un club spagnolo: “Hanno giocato due uomini con la barba”

calcio femminile spagna
Calcio femminile in Spagna, è polemica per l'utilizzo di due donne in trasformazione a uomo in un match di quinta serie. Per le norme vigenti è legale.
Gennaro Dimonte

Polemiche in Spagna durante una partita di calcio femminile. Nella Liga Preferente della Catalogna, quinta serie spagnola e massima regionale, l'Europa B si è imposto 1-3 sul campo del Terrassa. Fin qui nessun problema, poi la denuncia di Alicia Tomas, consigliera di Vox a Egara: "C'erano due ragazzi con la barba". Due giocatrici del club ospite, Alex Alcaide Santos e di Nil Alcon Labella sono effettivamente donne in attesa di diventare ufficialmente uomini. Pronta la denuncia del club di casa che ha difeso i valori di sportività, fair play e rispetto.

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"L'Europa gioca con due uomini", la risposta del club

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Tantissime critiche nei confronti di Alex e Nil, giocatrici dell'Europa B, protagoniste nella vittoria contro il Terrassa per 1-3 nella massima serie regionale femminile in Spagna. Diversi i messaggi di discriminazione nei confronti di due donne che hanno attuato il processo fisico per diventare uomini. Le norme vigenti però non permettono ancora alle due calciatrici di poter giocare in ambito maschile. "Finché la mia carta d'identità continuerà a mettere la F per le donne, giocherò nella categoria che mi corrisponde", così aveva detto una delle due ragazze in una recente interviste.

L'Europa, attraverso un comunicato, si è così espresso difendendo i propri tesserati: "Di fronte alle violenze esercitate su due delle giocatrici della squadra riserve femminile, dal Club Esportiu Europa diciamo No alla violenza transfobica e LGTIfobica e a qualsiasi tipo di violenza.

Il nostro club nel corso della sua storia centenaria si è distinto per i valori di sportività, fair play e rispetto delle normative sportive vigenti. Lavora e combatte anche per il diritto di tutte le persone a vivere una vita libera da ogni tipo di violenza. Vite degne di essere vissute.

Combattere i crimini d'odio e la violenza transfobica è un dovere collettivo che interpella l'intera società. Pertanto, ribadiamo e diciamo ad alta voce che rimaniamo fermi. Contro l'aggressione e il fascismo, diciamo 'non un passo indietro'".

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