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Anche Jesse Marsch, ct del Canada si è unito al coro di Marcelo Bielsa nel criticare l'organizzazione della Copa América. Dopo l'eliminazione in semifinale contro l'Argentina l'allenatore della nazionale canadese senza peli sulla lingua ha detto: “Ci hanno trattato come cittadini di serie B".
“Questo torneo -ha continuato Marsch- secondo me non è stato professionale. Ci sono stati troppi problemi, soprattutto per come ci hanno trattato. Incidenti in Uruguay-Colombia? Ho visto cosa è successo dopo la partita, ma sicuramente non avremmo voluto vedere la famiglia di questi ragazzi in quella situazione".
"Inoltre, abbiamo ricevuto insulti razzisti, in diretta e sui social network, durante tutto il torneo. Ci hanno trattato come cittadini di seconda classe. Volevamo rappresentare il nostro paese e abbiamo giocato sempre al massimo senza tirare indietro la gamba. Siamo stati accusati addirittura dagli allenatori avversari -sottolinea il ct- di aver oltrepassato il limite per essere stati troppo duri in campo".
Ma non è finita qui, perché Marsch ha criticato anche gli arbitri: "Se guardo i dati dei cartellini, quelli delle squadre sudamericane sono più alti. In Stati Uniti-Uruguay c'è stato l'arbitraggio più anti-statunitense che abbia mai visto. Usciamo -conclude Marsch- sapendo che ci sono state molte cose contro di noi, ma abbiamo dimostrato a tutti cosa significa essere canadesi”.
La favola del Canada, si è conclusa in semifinale contro i campioni in carica dell’Argentina (2-0), ma la selezione di Jesse Marsch, alla sua prima partecipazione alla fase finale della Coppa America, può ritenersi più che soddisfatta. Stanotte intanto (ore 02.00), ci sarà la finale per il terzo-quarto posto contro l'Uruguay.
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