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Tra le tante nazionali che in questi giorni si giocano l'accesso al Mondialec'è anche il Galles. I Draghi Rossi, nel girone J, stanno lottando per questo traguardo sotto la guida di Craig Bellamy. Per loro sarebbe la terza partecipazione alla competizione, dopo il 1958 e il 2022. Ma per raggiungere l'agognato obiettivo il loro tecnico ha rimposto al gruppo una serie di regole particolari. Tra queste, il divieto all'uso dei cellulari e allo scambio delle magliette con gli avversari.
In lotta per un posto nel Mondiale 2026 c'è anche il Galles. La squadra di Bellamy è stata inserita nel girone J con il Belgio, la Macedonia del Nord, il Kazakistan e il piccolo Liechtenstein. Pochi ci avrebbero mai creduto, ma i Draghi Rossi sono in corsa e ci credono ancora. Ma tutto questo è merito, anche, della disciplina ferrea imposta da Bellamy, che è stato nominato allenatore della Nazionale nel giugno del 2024. Il nuovo tecnico ha cercato di rilanciare il progetto, fondandolo su due capisaldi: gioco convincente e rigida routine.
Regole severe imposte per creare una mentalità vincente nelle menti dei calciatori. Lo aveva spiegato alcuni mesi fa in una intervista a SkySports: ci sono alcune cose, piccoli comportamenti, che per lui sono fondamentali e che i giocatori devono rispettare. Nessun gallese scambia la sua maglia con gli avversari a fine partita e durante i pasti, momento comunitario fondamentale, non si tocca il cellulare.
Nell'intervista Bellamy ha anche spiegato la ratio dietro queste sue imposizioni, che possono spesso apparire troppo dure. Per quanto riguarda la prima, il divieto a scambiare maglie, lo ha spiegato così:"Questa è tra le mie regole non negoziabili. Perché? I giocatori hanno lavorato troppo per quella maglia. Non devono pensare di essere abbastanza bravi da regalarla. Quella è la nostra maglia, il nostro stemma. Non deve mai toccare terra. Adesso i ragazzi lo capiscono, sono d'accordo".
Diversa la motivazione che lo ha spinto a vietare l'uso del cellulare durante i pasti: "Quando siamo tutti intorno al tavolo dobbiamo stare insieme. Dobbiamo avere una cosa in comune: lo spirito di squadra. Ma io sono molto chiaro e non sono un poliziotto, sono cose che devono capire. Non sta a me dirti a che ora andare a letto, oppure controllare. Loro sono persone responsabili, sanno cosa gli fa bene e cosa fa male".
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