DA BRIVIDI

Il racconto di Rosell: “Minacciato in carcere, preservativi e vaselina. E per una Coca si accoltellavano…”

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Sandro Rosell, ex presidente del Barcellona dal 2010 al 2014, ha raccontato il suo calvario nei 645 giorni di prigionia per un reato dal quale è stato definitivamente assolto: “Ho pianto più volte e con gli occhi aperti…”

Redazione DDD

di Sergio Pace -

Un racconto traumatico e da brividi quello di Sandro Rosell. L’uomo d’affari catalano e presidente del Barcellona dal 2010 al 2014, è stato arrestato nel maggio 2017 con l’accusa di riciclaggio di denaro in relazione all’acquisto dei diritti televisivi delle passate partite della Nazionale brasiliana.

Poi assolto...

Dopo la richiesta di sei anni di carcere, nel 2019 però il tribunale nazionale spagnolo ha assolto Rosell per mancanza di prove. L’ex numero uno blaugrana ha raccontato la sua vita in carcere in un’intervista a Risto Mejide, ripresa da Marca: “Mi hanno minacciato un paio di volte. Due ragazzi, con cui avevo stretta amicizia, sono arrivati in mia difesa. In carcere ho rischiato di essere picchiato, sia per essere stato presidente del Barcellona e sia per essere catalano. Una volta mi è successo a Madrid e un’altra a Barcellona, ma in entrambi i casi mi hanno difeso senza che lo chiedessi. A Barcellona sono diventato molto amico di un capo zingaro tifoso del Barcellona. Uno zingaro mi ha minacciato, il capo gliene ha detto quattro ed è finita lì”. “In carcere ho assistito a diverse risse – continua Rosell -. Una volta uno ha pugnalato un altro con un bastoncino scheggiato solo perché gli doveva una Coca-Cola.A Soto del Real mi hanno difeso di più i prigionieri colombiani. Il carcere è grigio e un po’ stantio. Ma allo stesso tempo c’è molta umanità, è un contrasto continuo di emozioni, tristezza, colori e risate. Ho pianto tanto in carcere, poi mi sono sentito meglio”.

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Rosell confessa che ai carcerati vengono dati preservativi e vaselina al loro ingresso in prigione: “Ho capito che lì ci sono molte relazioni omosessuali, ma anche tra persone che non lo sono”.

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