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Nino Torres, sorriso velato: ne subisce 6, derby spagnolo perso nell’addio giapponese

Il derby spagnolo con Iniesta chiude la splendida carriera di Fernando Torres. Nonostante la sconfitta per 6-1 subita dal Sagan Tosu per mano del Vissel Kobe l'emozione del mondo era per l'ultima recita del Niño

Emanuele Landi

di Emanuele Landi –

Grazie di tutto Niño e Don Andres. Chi ha amato il calcio non può che rendere omaggio a due straordinari campioni che hanno illuminato l’inizio del terzo millennio. Fernando Torres e Andres Iniesta, amici oggi avversari nell’ultima gara da professionista del bomber. Compagni di tanti successi in nazionale si ritrovano contro nello scontro “salvezza” tra Sagan Tosu e Vissel Kobe valido per la 24esima giornata di J League. Le due compagini, nonostante, vantino anche altri giocatori con esperienza europea come David Villa, Isaac Cuenca, Sergi Samper e Thomas Vermaelen navigano in brutte acque. Il “derby” tra compagni della Roja in salsa giapponese, quindi, vale tanto per entrambe essendoci in palio la salvezza.

Per la cronaca la sfida è terminata 6-1 per il Kobe di Iniesta, autore anche di una rete, che ora respira in classifica ma gli occhi erano tutti per il Niño. Gli amanti nostalgici del calcio hanno potuto godersi su Dazn il derby nipponico alle 12:30. Teatro era il Best Amenity Stadium di Tosu dove i padroni di casa sono stati sconfitti senza appello dal Kobe. Yamauchi apre le danze al 11’ e poi chiude il tabellino al 86’. Nel mezzo la rete di Iniesta su rigore al 20’ e Tanaka al 22’ oltre alla doppietta di Furuashi con reti al 54’ e 73’. Solo per la bandiera il gol di Kanai al 79’. Torres ha giocato tutti i 90 minuti in questa gara che rappresentava la fine di una splendida carriera.

Il canto del Niño più che del cigno per un giocatore capace di far innamorare gli sportivi di tutto il mondo nei suoi anni migliori. Una carriera straordinaria tra Atletico Madrid, sua prima casa, Liverpool, Chelsea, di nuovo ai colchoneros ed infine Sagan Tosu. Unica parentesi infelice è stata rappresentata dai 6 mesi al Milan. Le sue reti, però, leggendarie in Champions League lo avevano consacrato agli occhi del mondo come un talento purissimo. Impossibile non citare il palmares di Fernando Torres. Vanno annoverate una Champions col Chelsea nel 2012 segnando in semifinale col Barça, due Europa League tra Blues (2013) e Atl. Madrid (2017), due europei vinti con la Spagna (2008 e 2012), timbrando il cartellino in entrambe le finali e il mondiale 2010 per una carriera straordinaria.

Tanti i record battuti in carriera da Torres. È stato l’unico calciatore insieme a Juan Manuel Mata ad essere stato contemporaneamente, anche se solo per 10 giorni, campione del Mondo, campione d'Europa per club e per nazionale in carica e detentore dell'Europa League. Durante l’annata 2012-13 è stato il solo giocatore ad aver segnato in 7 differenti competizioni nel corso della stessa stagione. Anche record di precocità essendo diventato a 17 anni il più giovane giocatore a scendere in campo per l'Atlético Madrid, prima di essere a soli 19 anni nominato capitano dei Colchoneros, diventando così il più giovane capitano della storia del club.  Nel Liverpool è stato l’unico calciatore insieme a Roger Hunt ad aver segnato in 8 partite casalinghe consecutive ed infine con la maglia della nazionale spagnola è stato il solo a segnare una rete in due diverse finali di un Europeo.

Un grandissimo campione, quindi, appende gli scarpini al chiodo. I due ex compagni della Roja, invece, Iniesta e Villa continueranno ancora per un po’ in Giappone. L’illusionista ha intenzione di continuare almeno per i restanti due anni di contratto e nel frattempo ha salutato il compagno di tante battaglie con un messaggio su Instagram: “Sarà più di una semplice partita. L’ultima contro un amico. Andiamo a giocare come sempre al massimo”. Torres ha perso la sua ultima battaglia, il “derby” spagnolo-giapponese contro gli amici Iniesta e Villa ma brillerà per sempre.

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