Prosegue lo sforzo della polizia inglese per risolvere al meglio il delicato caso di razzismo che ha già coinvolto nei mesi scorsi la calciatrice della nazionale Jess Carter. Le forze dell'ordine del Derbyshire hanno infatti arrestato un uomo di 30 anni con l'accusa di aver scritto via social "abusi verbali e insulti razzisti disgustosi" nei suoi confronti.
L'episodio
Insulti razzisti sui social a Jess Carter: un altro arresto in Inghilterra

Si tratta del secondo arresto in merito, dopo quello di un altro uomo di 59 anni finito in manette settimana scorsa nel Lancashire. Anche per lui le accuse sarebbero le stesse.
Jess Carter e gli abusi razzisti: tutto è cominciato durante gli Europei femminili
—Riavvolgendo il nastro, ecco cosa è esattamente successo nei mesi precedenti. A luglio, durante il pieno svolgimento degli Europei Femminili, Carter ha denunciato pubblicamente i numerosi abusi verbali subiti via social. Le compagne di squadra, il Governo Nazionale e gran parte del Paese si erano schierati al suo fianco, dando il via ad una decisa campagna anti-razzismo.
La calciatrice, nonostante la successiva vittoria della competizione, è rimasta molto scossa per l'accaduto. E a fine manifestazione ha dichiarato tutto il proprio sconforto: "Prima della finale contro la Spagna ero troppo spaventata per giocare. Penso che fosse un mix di una partita così importante, ma in più avevo paura di qualsiasi abuso potesse derivarne, che fosse basato sul calcio o che si trattasse di abusi razziali perché avevo fatto qualcosa di sbagliato. Tutto ciò ti fa sentire davvero piccolo, come se non fossi importante, come se non avessi valore. E poi ti fa dubitare di tutto quello che fai. Anche la mia famiglia ne è rimasta devastata e molto triste".
La determinazione della Polizia: "Non tollereremo mai simili comportamenti"
—Da qui in poi le denunce ufficiali, l'inizio delle indagini e primi arresti, conclusi anche grazie alle numerose segnalazioni di gente comune. Dura anche la risposta del capo della Polizia del Cheshire, Mark Roberts, come riporta l'Ansa: "Nessuno dovrebbe essere sottoposto a tali disgustosi abusi e vogliamo chiarire che abusi razzisti di questa natura non saranno tollerati. Ognuno è responsabile di ciò che fa e dice e vogliamo garantire che i trasgressori non possano nascondersi dietro un profilo sui social media".

A Roberts ha fatto eco il sergente Gemma Thursfield: "Gli abusi online non sono diversi da quelli fatti di persona. La gente deve avere ben chiaro che i post che pubblica o i messaggi che invia sui social media sono come quelli che si verificano di persona".
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